La Medicina Narrativa è una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa.
La narrazione, infatti, è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura.
Di questo e altro si è discusso a margine del convegno “L’atto medico e la medicina narrativa: quando la narrazione diviene tempo di cura” organizzato da Anima Iris
– consulenza integrata in psicologia clinica e l’AIDM (Associazione Italiana Donne Medico) di Napoli con Provider AGENAS presso l’Ordine dei medici di Napoli.
Interessante la relazione della dottoressa Annamaria Ascione che sottolinea come “la narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire,
comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura.
Lo scopo è la costruzione condivisa di un percorso di cura personalizzato (storia di cura). La Medicina Narrativa (NBM) si integra con l’Evidence-Based Medicine (EBM) e,
tenendo conto della pluralità delle prospettive, rende le decisioni clinico-assistenziali più complete, personalizzate, efficaci e appropriate.
La narrazione del paziente e di chi se ne prende cura è un elemento imprescindibile della medicina contemporanea, fondata sulla partecipazione attiva dei soggetti coinvolti nelle scelte.
Le persone, attraverso le loro storie, diventano protagoniste del processo di cura. Le parole, utilizzate ed interpretate in maniera corretta,
rafforzano quindi la relazione medico-paziente, permettendo in determinati casi diagnosi più precise e conseguenti migliori percorsi di cura”.
Importante il supporto del dr. Pasquale Contaldi presidente dell’Ente del Terzo Settore “Concordia Magna Res Crescunt” e segretario provinciale del
Sindacato Medici Italiani, da tempo impegnato in attività di promozione e integrazione tra la Medicina, Psicologia, Narratologia Medica.
La narrazione del paziente e di chi se ne prende cura è un elemento imprescindibile della medicina contemporanea, fondata sulla partecipazione
attiva dei soggetti coinvolti nelle scelte come spiega il dottor Leonida Iannattuoni Presidente Nazionale ASSIMEFAC “Il convegno che è stato organizzato
è importantissimo in questo momento storico, dove la medicina sta diventando sempre più tecnica però si sta perdendo il contatto umano tra medico e paziente.
La narrazione, il racconto da parte del paziente delle proprie paure, delle proprie ansie, del proprio dolore e delle proprie aspettative, può agevolare il percorso di cura e guarigione.
I tecnicismi stanno allontanando i rapporti umani nella professione medica ed ecco che con la medicina narrativa si cerca di riavvicinare queste due figure facendone riscoprire l’empatia.”
Tra i relatori del convegno anche la dottoressa Paola Villani coordinatrice scientifica del master Medical Humanitis dell’unisob
“Occorre un incrocio interdisciplinare. Con ASSIMEFAC e UNISOB la collaborazione è partita con tanti obiettivi di ricerca e di formazione.
Il convegno è di sicuro un arricchimento per il nostro master che riuscisse umanisti filosofi ma anche medici perché anche la medicina narrativa è una scienza con metodi,
linguaggi e non ci si può improvvisare narratologi. Ciascuno di noi è una biografia, una storia (…) un racconto peculiare costruito di continuo (…).
Per essere noi stessi, dobbiamo AVERE noi stessi – possedere, se necessario RIPOSSEDERE, la storia del nostro vissuto. L’uomo ha bisogno di questo racconto, di un racconto interiore continuo.
Il mondo scompare continuamente, perde significato, e lui deve CERCARE UN SENSO, COSTRUIRE UN SENSO, gettando ponti di senso sopra abissi di insensatezza”
citando Oliver Sacks, queste le parole dell’intervento di Paola Villani Direttore di dipartimento UNISOB E RESPONSABILE SCIENTIFICO DEL MASTER IN MEDICAL HUMANITIES,
che ha sottolineato l’importanza del passaggio dal “trauma” a una “trama” di narrazioni pensabile che ne consentono l’elaborazione”.
Altrettanto di spicco l’intervento della prof.ssa Teresa Rea, Presidente Ordine Nazionale Infermieri e docente UNINA, che ha sottolineato come
nell’intervento dell’infermiere e delle professioni sanitarie sia fondamentale l’ascolto della narrazione tanto sel singolo quanto della famiglia del paziente.