Ogni anno il 21 giugno, al solstizio d’Estate, un raggio di luce appare nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino e disegna un rettangolo luminoso sulle pareti
dalla sagoma di un libro. Un simbolo che compare in monete e ritratti di Alfonso d’Aragona, forse quel “Libro di luce” che era definito il libro della conoscenza, che
richiama le leggi dell’universo. Appena la luce raggiunge la parte centrale del muro, un raggio di sole penetra dal balcone nel cortile e illumina prima in alto l’altra
cappella sulla destra del camino, dove si trovano gli stemmi degli aragonesi.
L’evento sarà visibile dal vivo dal 21 al 26 giugno con inizio alle ore 17.30 e
termine alle ore 19.30 con visite guidate (prenotazione obbligatoria al 3483976244, prezzo € 10), a cura degli operatori dell’associazione Itinerari Video
Interattivi che hanno scoperto il fenomeno ossia Salvatore Forte, Francesco Afro de Falco e Annalisa Direttore.
Il libro aperto è uno degli emblemi più
presenti nel castello e ripetuto moltissime volte sugli scudi degli architravi delle volte, sulla porta bronzea all’ingresso, come a voler significare che le “Sacre e
segrete misure” sono lì riprodotte, davanti agli occhi di chiunque sia stato ammesso in un determinato momento al cospetto del re e voglia leggerle.
Le sue misure sono particolari perché rappresentano 1/16 della misura della Sala che è un cubo di 26 metri di lato. La cosa però strabiliante è che dividendo la misura
del lato per sedici si ottiene 1,6 che è la misura del numero aureo, il numero sacro della Divina Proporzione, il numero da cui discendono tutte le forme.
Sarà quindi l’occasione per osservare qualcosa che tanto ricorda quello di Stonehenge, sito archeologico di Inghilterra dove per il solstizio d’estate
sin radunano almeno 20mila persone per ammirare il sorgere del sole, con la luce a filtrare tra le antichissime pietre come momento di purificazione e rinnovamento.
Stessa manifestazione che avviene anche al Pantheon di Roma, alla Cattedrale di Chartres e a quella di Bari.
Durante il percorso verranno svelati altri
misteri, come quello che vuole la sagoma del calice raffigurata sul balcone che affianca la grande scalinata del Castello partenopeo.