Martello e cacciavite: l’orrenda mattanza di Alessandro Maja, la moglie voleva separarsi. “Li ho uccisi quei bastardi”

6 Maggio 2022 - 14:10

Martello e cacciavite: l’orrenda mattanza di Alessandro Maja, la moglie voleva separarsi. “Li ho uccisi quei bastardi”

Una strage familiare che probabilmente l’architetto Alessandro Giovanni Maja, 57 anni.

Aveva iniziato a pianificare quando
si è reso conto che non riusciva a ricucire lo strappo con la moglie che voleva separarsi ed aveva trovato sostegno dai figli.

Anche un trapano e un coltello tra le ‘armi’ che aveva preparato per la strage familiare.

Tesi che sembrerebbe essere suffragata da quanto rivenuto dai carabinieri della compagnia di Gallarate quando sono entrati nella villetta di Samarate, in provincia di Varese e non lontano dall’aeroporto di Malpensa.

Su un tavolo erano disposte le ‘armi’ con le quali il professionista, specializzato in ristrutturazione dei bar e interior design, aveva deciso di compiere la mattanza: un cacciavite, un martello, un trapano e un coltello.

L’uomo sarebbe rientrato tardi, come spesso faceva per incontri di lavoro, nella notte tra martedì 4 e mercoledì 5 maggio.

Ed intorno alle 4:00 avrebbe impugnato il martello e battuto sul cacciavite per uccidere la moglie, la 56enne Stefania Pivetta, che riposava sul divano al primo piano coperta da un plaid, e poi si è diretto al secondo piano per colpire nel sonno i due figli, Giulia e Nicolò.

Quando è sceso per afferrare coltello,
e trapano per suicidarsi era convinto di averli uccisi entrambi ma Nicolò era ancora vivo ed è stato poi ricoverato di Busto Arsizio in gravissime condizioni.

Alessandro Maja ha tentato di farla finita ma non è riuscito a completare il suo orribile piano ferendosi in maniera non grave.

Poi è uscito di casa gridando “Finalmente li ho ammazzati” ,
come hanno riferito i vicini che hanno lanciato l’allarme sentendo le urla che provenivano dalla villa di via Torino.

Parole che non ha ripetuto agli inquirenti dal suo letto di ospedale nel corso del primo interrogatorio reso dopo la strage familiare.

Gli avvocati del 57enne, Enrico Milani
e Sabrina Lamera, hanno assicurato che il loro assistito risponderà dopo l’operazione alla quale dovrà essere sottoposto ed appena sarà nelle condizioni psicofisiche per poter spiegare quanto accaduto.

L’autopsia sui corpi delle due vittime potrebbe essere eseguita sabato.

Solo dopo arriverò il via libera del magistrato per la celebrazione dei funerali.

Nicolò in gravissime condizioni: gravi lesioni cerebrali

Preoccupano le condizioni del 23enne Nicolò Maja che è in prognosi riservata in condizioni critiche.

I medici valuteranno nelle prossime ore le entità delle lesioni cerebrali, comunque gravi, provocati dai colpi ricevuti in testa.

Ieri è stato operato.

Le tensioni familiari si erano sviluppate in maniera silente nel corso degli ultimi mesi.

Stefania Pivetta aveva manifestato l’intenzione di separarsi e si era rimessa in gioco per avere un’indipendenza economica.

Lavorando come venditrice ambulante di prodotti di bellezza.

Le liti erano continue ma non erano sfociate in denunce o richieste di intervento alle forze dell’ordine.

La moglie di Maja aveva deciso di separarsi ed era tornata a lavorare, liti continue ma nessuna denuncia.

Anche i vicini hanno riferito di non aver mai avvertito tensioni familiari.

“Il mio San Valentino lo voglio dedicare alle donne che sono morte per mano di un uomo credendo nell’amore” ,aveva scritto la 56enne sul suo profilo Facebook nel giorno della Festa degli innamorati.