Un vigile di Torino è finito a processo per aver maltrattato e manipolato nel corso di vari anni la ex moglie.
Ne controllava tutti gli aspetti della vita e non le era concessa una vera indipendenza, né economica, né sociale. Secondo quanto racconta il quotidiano La Repubblica, tutto è cominciato dalla denuncia presentata dalla donna circa 3 anni fa. Inoltre, sono stati raccolti diversi comportamenti vessatori dai carabinieri.
L’uomo, ad esempio, non permetteva alla moglie di lavarsi per più di 5 minuti. Se si sforava quel tempo limite, la donna era costretta a sciacquarsi con l’acqua fredda. Ma non solo questo. La donna ha riferito che il marito a fine giornata le controllava tutti gli scontrini per contare le spese. Alla moglie, infatti, erano consentiti soltanto due caffè al bar al giorno. La donna riceveva anche una “paghetta”, per un totale di 40 euro a settimana, assolutamente da non superare.
Eppure la donna è una persona di successo. È laureata, ed ha conseguito anche un master. Lavora come dirigente presso un ente pubblico e percepisce uno stipendio ben superiore a quello del marito vigile. Per anni, però, ha subito le manipolazioni e i maltrattamenti psicologici del marito. Dopodiché ha deciso di denunciare tutto. “Prima del matrimonio andavo a teatro, al cinema, a corsi di recitazione. Sono sempre stata molto indipendente prima di conoscerlo. Oggi mi sento annientata”, ha riferito la donna.
Addirittura ha raccontato agli inquirenti le bruttissime accuse subite nel tempo.
”Tornavo a casa dal lavoro con l’ansia dopo il controllo del portafoglio iniziava quello del cellulare. Mi ha spintonata, buttata a terra. Diceva che non valevo niente, che ero brutta. Ero così succube che anziché rispondergli, gli chiedevo i soldi per andare dal parrucchiere. Non me li dava”. E poi ancora: “Davanti a mia figlia mi diceva: Non sei una brava madre. Non sei mai a casa. Devi farle tu le pulizie, non la colf. E alla bambina gridava di non giocare con mamma, perché non pensa a te”.
Fonte: Fanpage.it
