Tragedia a Napoli.
Maria Pappagallo, positiva al Covid, partorisce nella sua abitazione del Borgo di Sant’Antonio, nel capoluogo partenopeo secondo quello che viene chiamato parto precipitoso, avvenuto molto precocemente a 6 mesi. A quel punto la famiglia, allarmata, avrebbe chiamato subito il 118 per prestare soccorsi. L’ambulanza del 118sarebbe arrivata dopo 26 minuti, ritardo fatale per la bimba che non ce l’ha fatta.
Al Corriere del Mezzogiorno, il marito Mario Conson, spiega cosa è successo quella mattina, dal parto in casa all’arrivo dell’ambulanza: “La mia bambina ha respirato per 25 minuti. Sono certo che poteva essere salvata, ma l’ambulanza è arrivata in ritardo e il personale sanitario non aveva strumenti adatti per rianimarla. Ho dovuto prestare le forbici per tagliare il cordone ombelicale”.
Il marito racconta che l’ambulanza del 118 sarebbe giunta sul posto a distanza di mezz’ora dalla chiamata, senza nemmeno l’incubatrice. I genitori della piccola hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, lamentando ritardi da parte dei medici, oltre a denunciare la mancanza di una incubatrice all’interno dell’ambulanza. La polizia, giunta al policlinico ha sequestrato le cartelle cliniche e il corpo della piccola.
A rendere ancora più triste questa storia è il fatto che la coppia aveva perso già un figlio. Lo scorso maggio hanno dovuto praticare un aborto terapeutico per alcune complicazioni.
“I soccorsi sono arrivati dopo mezz’ora. Il personale sanitario poi secondo me non era attrezzato in maniera adeguata: non avevano un’incubatrice e neppure le forbici per tagliare il cordone ombelicale”, queste le parole di Mario, che aggiunge: “Maria è rimasta mezz’ora in ambulanza con sua figlia morta tra le braccia. E’ ingiusto. Chiedo ai magistrati di approfondire quello che è accaduto”.
Diversa, invece, la versione dei fatti forniti da Giuseppe Galano, responsabile del 118: “Capisco che a un papà sconvolto mezz’ora di attesa gli sembri un tempo infinito, ma bisogna considerate che sei o sette minuti passano per consentire agli operatori di vestirsi in maniera adeguata prima di entrare in contatto con una persona positiva. Quanto all’attrezzatura, l’ambulanza è dotata del necessario per ogni genere di intervento, parto incluso. Ho parlato con il collega che ha fatto l’intervento e mi ha detto cose molto diverse da quelle che il signor Mario denuncia. La magistratura ha sequestrato le cartelle cliniche e la salma e certamente farà le proprie valutazioni con competenza e rapidità. Alla famiglia della piccola esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza”.