“Mare fuori – Le forme dell’amore”, Edizioni Solferino – Rai Libri (pp.320, euro 18,00), è il primo romanzo ufficiale ispirato alla serie tv coprodotta da Rai Fiction e Picomedia, scritto da Angela Lombardo, tratto dagli eventi narrati nelle prime stagioni della fiction, dà voce a tutti i suoi personaggi: dai volti cult ai meno noti, dal cast fisso alle figure di passaggio delle prime stagioni.
Attraverso 12 capitoli i diversi protagonisti si alternano raccontandosi in prima persona e svelando dettagli sul proprio passato che non hanno trovato spazio durante la serie. Oltre a numerose scene inedite, compaiono anche nuovi personaggi, che raccontano origini e retroscena dei personaggi più amati nella fiction: Carmine, Filippo, Naditza, Cardiotrap, Massimo, Paola, Edoardo e
Teresa permettendo anche a chi non ha mai visto la serie di appassionarsi alle loro storie. L’IPM (Istituto di Pena Minorile) di Napoli ospita ragazzi che sbagliano. C’è chi sbaglia senza volerlo, chi sbaglia con premeditazione e chi pensa che lo sbaglio sia farsi beccare e non quello di commettere il crimine. Quando si è adolescenti il confine tra bene e male è spesso labile, un sottile filo su cui
si vuole camminare per mettersi alla prova e soddisfare i propri sogni, senza paura o senza mostrare di averla. L’Istituto si affaccia sul mare: il rumore delle onde, le vele delle barche, i gabbiani sospesi nel vento sono spesso l’unico appiglio per le ragazze e i ragazzi detenuti a cui aggrapparsi e sognare una vita migliore, in cerca di quell’amore che non hanno ricevuto o che non sanno
ancora donare, al quale ancora faticano a dare nome e forma. Perché le forme dell’amore sono infinite, ma non bisogna mai smettere di cercare quella che ci rende più felici. Questo romanzo racconta le loro storie. Storie che si consumano dentro le mura del carcere ma che sono cominciate fuori, a volte in famiglie crepate più di certe case dei vicoli di Napoli, altre in famiglie eleganti di
città lontane dove chi sbaglia è escluso per sempre. Storie uniche e intrecciate, raccontate da voci molto diverse che urlano per disperazione e nella speranza di avere un’altra possibilità dalla vita. Storie che uniscono e dividono, storie di giovani e adulti legati da un destino in cerca di riscatto perché, quando un minorenne finisce in carcere c’è spesso un adulto che non ha saputo ascoltare, che non ha saputo capire, che non ha saputo abbracciare l’anima fragile che gli chiedeva aiuto. (Antonio D’Addio)