Una donna di 63 anni, due anni fa è entrata in coma per aver mangiato un salmone affumicato comprato in un supermercato della periferia di Bologna,
ricco di altissime concentrazioni di “listeria monocytogenes”. Ma per fortuna la donna è riuscita a salvarsi grazie alle cure ricevute all’Ospedale Sant’Orsola ma da
quella drammatica esperienza non ne è uscita indenne. La 63enne è infatti rimasta invalida subito dopo le dimissioni dal nosocomio al 100% (oggi al 35%).
La causa scatenante sono state le altissime concentrazioni del pericoloso batterio che causa la listeriosi, e la ditta importatrice è finita sotto inchiesta per lesioni
colpose. Ora la Procura chiede il rinvio a giudizio del legale rappresentante della ditta. La vicenda è iniziata due anni fa. Una sera la donna ha mangiato
un’insalata preparata con il salmone affumicato che aveva comprato sottovuoto in un supermercato. Subito dopo cena i primi sintomi: la donna ha
iniziato a stare male inspiegabilmente ed è stata ricoverata in terapia intensiva all’ospedale Sant’Orsola, di Bologna, dove dopo 20 giorni da
incubo (con meningite, polmonite bilaterale, crisi epilettiche, trombosi, problemi cardiaci) è entrata in coma. La causa, per i medici, è la listeriosi.
A seguito delle cure, la 63enne è uscita dal coma ma ha riportato gravi conseguenze. “Non posso correre, faccio fatica a camminare e respirare
– ha raccontato la donna che ha riportato una invalidità al 35% -. Spesso non ricordo le parole e non riesco a salire i gradini troppo alti. Per arrivare alla
fermata dell’autobus devo partire molto prima. La mia vita è stata stravolta e continua a esserlo”. A due anni della vicenda, gli inquirenti ora
chiedono il rinvio a giudizio del legale rappresentante della ditta importatrice del salmone affumicato. Sul caso la Procura di Bologna ha aperto un’inchiesta
per lesioni colpose, dopo che le analisi avevano evidenziato una concentrazione altissima del batterio che causa la listeriosi. Fonte Tgcom24.