La morte di una paziente di circa 70 anni, avvenuta lo scorso fine settimana, ha rivelato la carenza di figure professionali, in particolare del cardiologo, negli ospedali italiani. La paziente si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale di Spoleto con forti dolori al torace. Nonostante il personale sanitario abbia effettuato tutti gli accertamenti previsti, la paziente ha subito un infarto non stemi, un quadro meno grave ma comunque necessitante di una tempestiva attenzione medica.
Purtroppo, il pronto soccorso di Spoleto non disponeva di un cardiologo in quel momento, e la paziente sarebbe dovuta essere trasferita all’ospedale di Foligno. Tuttavia, il trasferimento non è mai avvenuto a causa dell’elevato carico di lavoro dell’ospedale di San Giovanni Battista.
Poche ore dopo, la paziente è deceduta.
Questa tragica vicenda ha evidenziato la mancanza di figure professionali specializzate, come i cardiologi, negli ospedali italiani. Inoltre, ha messo in luce una scarsa coordinazione tra gli ospedali, che si apprestano a diventare un polo unico, ma non riescono a garantire un percorso di cura efficiente per i pazienti.
La vicenda ha suscitato grande frustrazione nell’ambiente ospedaliero, e ha portato alla stesura di una lettera indirizzata alla direzione generale, in cui si evidenziano le difficoltà che il personale sanitario affronta in situazioni simili.
Si auspica, quindi, un maggiore coordinamento tra gli ospedali e un investimento nella formazione di figure professionali specializzate, come i cardiologi, al fine di garantire un’assistenza sanitaria adeguata e tempestiva per tutti i pazienti.