Dall’Inghilterra una drammatica vicenda: per gli effetti psicologici legati al parto, una mamma butta giù dal balcone il figlio, che non ancora aveva compiuto un anno. Ieri, 9 maggio, è arrivata la svolta. Durante l’udienza, infatti, la donna ha confessato l’infanticidio commesso.
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Siamo nel dicembre 2020, a Weston-super-Mare nel Somerset (Nord dell’Inghilterra), la polizia è avvertita per il ritrovamento del cadavere di un neonato, di nemmeno un anno, nel giardino di un’abitazione privata.
Sarah Jayne Barron (34 anni), la madre del piccolo, viene quasi immediatamente accusata di essere la colpevole di questo tragico omicidio. Dalle indagini, infatti, emerge che l’unica ricostruzione plausibile sia la più efferata. La mamma butta giù il bimbo dal balcone e, per i quattro giorni antecedenti al ritrovamento, nasconde l’accaduto.
Inizialmente, la donna si difende a spada tratta, ma gli inquirenti sono sempre più convinti di questa ipotesi ed ammassano tracce su tracce per provare la ricostruzione investigativa.
Quindi, la svolta! Ieri, innanzi alla Bristol Crown Court, la donna ha confessato il drammatico reato. Sostiene, però, che questo non sia stato un gesto volontario, ma dettato dall’instabilità psicologica conseguente al parto.
Adesso, la donna è stata liberata sotto cauzione ed attenderà la sentenza prevista per il 14 luglio. Intanto, il suo legale ha predisposto una perizia psichiatrica per accertare lo stato di infermità mentale della donna, al momento dell’omicidio.
È grande, quindi, lo shock nella cittadina inglese ma soprattutto negli investigatori, chiamati a ricostruire questo tremendo filone dell’orrore.
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