Il ritrovamento di alcune macchie di sangue nel bagno in cui ha partorito il suo secondo figlio, per poi seppellirlo in giardino come già fatto col primo un anno fa, potrebbe aiutare a ricostruire la cronologia dei fatti.
Perché sulla testa del neonato, venuto al mondo vivo, è stato riscontrato un colpo, da accertare ancora se volontario o involontario, magari conseguenza di un urto sulla mattonella mentre veniva sotterrato.
La Procura di Parma continua ad indagare sul caso Chiara Petrolini, la mamma 21enne enne accusata di omicidio fin da quando, lo scorso 9 agosto, un neonato è stato ritrovato nel suo giardino di casa, dove viveva insieme ai suoi genitori e a suo fratello, ma che aveva lasciato da poco per una breve vacanza negli Stati Uniti.
Due giorni prima, secondo le ricostruzioni, aveva dato alla luce il piccolo, in quello che poi si è scoperto essere il suo secondo parto.
Un’intuizione nata dalle ricerche sul web della ragazza, studentessa di Scienze dell’Educazione: “Come partorire il secondo bambino”, rivelatasi poi decisiva assieme al ritrovamento di altre ossa.
L’input dei genitori decisivo per il ritrovamento del secondo figlio.
Il riscontro medico sarà decisivo per accertare per quali cause sono morti gli infanti, ma nel frattempo le indagini si concentrato sulle amicizie di Chiara.
Escluso il coinvolgimento nella vicenda dell’ex fidanzato Emanuele, ignaro della gravidanza della ragazza e tanto più che nel suo giardino di casa si nascondesse un piccolo cimitero, ora gli inquirenti ascoltano sei persone vicine alla giovane, tra le quali anche due amiche, coetanee, una delle quali studia per diventare ostetrica.
E poi naturalmente i suoi genitori. Secondo una ricostruzione di Repubblica, gli stessi avrebbero dato un input che ha permesso la scoperta del secondo piccolo ritrovato, il primo ad essere stato partorito.
“Nostra figlia aveva un ciclo abbondante in viaggio. Già era successo l’anno scorso”, avevano riferito agli inquirenti, mentre i palazzi di giustizia di Parma si sono chiusi ormai da settimane in un silenzio che non aiuta a ricostruire con precisione le vere confessioni.
Traversetolo, dal parto di Chiara Petrolini alla sepoltura del neonato. E intanto i RIS tornano a scavare
La titolare del negozio in cui lavorava saltuariamente: “Per me era come una figlia, sembrava un angioletto”
A Traversetolo intanto si continuano a raccogliere testimonianze di conoscenti e datori di lavori di Chiara.
La ragazza si manteneva gli studi in Scienze dell’Educazione lavorando saltuariamente nel tempo libero anche in un negozio del luogo. “Una brava venditrice, affabile, sorridente.
Lavorava qui solo la domenica da due anni. Per me era come una figlia, sembrava un angioletto”, racconta a Repubblica la titolare del punto vendita di articoli sportivi.
Le parole si aggiungono e confermano quanto riferito al Corriere della Sera da Enrico Castellani, papà di tre figli cui Chiara faceva da baby-sitter: ““Non mi sono accorto di nulla, non me capacito – racconta il papà -, non si notava che fosse incinta, non ho visto alcun cambiamento. Era bravissima e i miei figli la adoravano”.