Malika, ormai si è giunti a un epilogo. Il fratello Samir ha dichiarato in radio ai microfoni della trasmissione “La zanzara” che la sorella ha sollevato un polverone solo per ottenere i suoi interessi. In pratica il suo scopo era quello di arrivare a una raccolta fondi per potere rifarsi una vita. “Un amore adolescenziale” ha definito quello della sorella per la sua attuale fidanzata. Mia madre non pensava davvero quello che ha detto- ha dichiarato il ragazzo ventiseienne- mio padre sta male e mia sorella è andata via da casa spontaneamente. Nessuno l’ha mai cacciata, ne minacciata. Quello che ha detto mia madre è stato solo uno sfogo. Nessuno le avrebbe mai torto un capello!” Ha concluso.
Malika, ripudiata perchè diversa
Ma veniamo ai fatti. Malika è una giovane di 22 anni che si scopre omosessuale e col tempo riesce anche ad instaurare una storia con una sua coetanea. Ma nn può tenere nascosta questa situazione alla famiglia, anche perchè non vuole nascondersi, ne tenere all’oscuro il padre e la madre. Qui cominciano i guai. La ventiduenne, una volta confessato il suo “peccato di essere omosessuale”, viene ripudiata da coloro che lei credeva potessero essere sempre un rifugio in qualsiasi circostanza, ossia il padre e la madre, le persone in cui lei poneva la massima fiducia. Vessata, detestata, si sarebbe trovata fuori la porta senza possibilità di appello, senza spiegazione, con il ripudio dei genitori perchè lesbica, perchè diversa, perchè motivo di vergogna. Già vergogna. Senza vestiti, senza conforto, senza dignità. Malika è una ragazza sensibile e non può credere che tutto questo possa succedere a lei, tradita dai suoi affetti più cari. La giovane ha paura. Una paura infondata certo perchè a 22 anni hai tutta una vita davanti, ma senza i suoi genitori e la ua famiglia si vede persa. E nn finisce qui. Le cose precipitano nel momento in cui le arrivano messaggi minatori e di una violenza verbale inaudita da parte della madre che gettano la “colpevole” in un profondo dolore. Un trauma psicologico, quasi fisico data la violenza dei massaggi che la ragazza sta cercando di superare tramite l’aiuto delle amiche e della sua attuale compagna. Ma il vuoto, quel vuoto generato dal voltafaccia inaspettato e violento dei suoi genitori non riesce a colmarsi.
Malika non si arrende
Malika vuole tentare un nuovo riavvicinamento con qualsiasi mezzo. Ma il fratello gela le sue speranze. Malika è stata disconosciuta, oltreche ripudiata. Non ha più un cognome, non ha piu’ quella famiglia che sino ad un anno prima l’ accudiva, la proteggeva. Mlika sta pagando le sue scelte nella maniera più orribile. E non è la sola. Ancora oggi l’omofobia è un piaga sin troppo presente nel tessuto sociale delle nostre comunità, dove il diverso, l ‘omosessuale è visto alla stregua di una malattia, di un morbo da evitare perchè contagioso, insomma una situazione insostenibile generata da molta ignoranza e anche paura. Le Minacce di morte, gli insulti della famiglia sono il solo risultato raggiunto dopo la sua confessione. Ma per fortuna c’ è anche del buono in questo mondo. Subito dopo la sua confessione in tv ha ricevuto solidarietà, offerte , doni da quelle persone che vanno al di la di credo religiosi, di colori della pelle e anche di qualsiasi inclinazione sessuale. Malika ha generato una gara di solidarietà tale da raccogliere la somma di circa 100.000 euro in pochi giorni. Un risultato incredibile, insperato, assolutamente non previsto. Ma anche su questa gara di solidarietà che tanto ha stupito per la somma economica che ne è derivata c’è stato chi ha continuato a gettare fango su questa giovane donna e sulle sue reali intenzioni. E questo qualcuno emerge ancora dagli affetti più cari. Questo qualcuno è il fratello.
L’ennesimo fango sulla vicenda
Ancora una volta Malika è stata ripudiata. Il fratello ha messo in discussione questa iniziativa di solidarietà accusando la sorella di aver fatto tutto per soldi gettando cosi la famiglia, secondo lui, nella vergogna più totale. Dunque avrebbe tratto beneficio da tutta la vicenda lucrandoci sopra e ingannando non solo gli italiani. Ma tutte le persone sensibili verso questa e altre vicende .Ma le cose non starebbero esattamente cosi. Malika, come ha poi risposto lo staff de “Le Iene” impegnato a 360 gradi sulla vicenda, non avrebbe mai promosso una tale iniziativa di sua spontanea volontà. Tutto è nato spontaneamente tanto che lei stessa era ignara di una tale spinta di generosità da parte di tante persone e non ha potuto fare altro che prendere atto di una tale somma raccolta. Ma la sua sincerità e il suo buon senso, come si evince, ù sono emersi per l’ennesima volta attraverso un suo gesto semplice, che forse nessuno si sarebbe mai aspettato. Dopotutto 100 mila euro fanno gola a tutti. Figuriamoci a una giovane rimasta sola senza casa, ne vestiti e con una causa da sostenere. Il suo gesto ha zittito un’intera comunità. Infatti ha deciso di donare una buona parte della somma ricevuta in beneficenza.
Una luce in fondo al tunnel
Malika ha voluto ringraziare personalmente, tramite un video mandato in onda e ancora visibile attraverso la pagina facebook de “Le Iene” chi ha avuto un pensiero per lei, chi la sostiene, chi crede che l’omofobia sia un qualcosa di estraneo al convincere civile, di vile in questo mondo. Malika, oltreche’ sensibile e assolutamente normale nella sua voglia di amare un’ altra persona, che sia o meno dello stesso sesso, ha dimostrato che non sarà mai sola, che non si può essere additati o addirittura accusati quando la propria colpa è voler essere solo se stessi. Col suo comportamento, con le sua denuncia ha gridato al mondo il proprio diritto alla vita, a vivere nella maniera più’ serena possibile. Non è stato UMANO nei confronti della ragazza scagliare quelle parole di rabbia e violenza tra cui ricordiamo “vomito”, ”feccia”, ”devi morire”. E immaginiamo il dolore di questa ragazza nell’apprendere che questa parole erano dette non da persone sconosciute, ma da sua madre. Le frasi ascoltate e inviate tramite messaggio, he ormai quasi tutti conoscono bene, hanno fatto gelare il sangue a molti. Persone dello spettacolo, ma non solo.
L’omofobia, ancora oggi una forte piaga sociale
Ma Malika non è la sola vittima di questa piaga sociale, l’omofobia. Ancora oggi si registrano vittime di omofobia nel lavoro, a casa, nelle cosiddette amicizie, addirittura tra i banchi di scuola. A questo proposito l’ Arcigay ha denunciato sempre più abusi, violenze e atti di discriminazione verso coloro che vengono considerati diversi, dunque soggetti verso i quali inveire e da ridicolizzare senza essere minimamente puniti. Gia, il punto è proprio questo. La politica non farebbe completamente la sua parte, se ne lavaerebbe le mani come “Ponzio Pilato” non approvando ancora alcuna legge contro l’omofobia. Anzi a volte viene anche osteggiata senza prendere provvedimenti seri tali da ostacolare o perlomeno punire comportamenti da segregazione nei confronti del diverso. Appelli da parte dell’ Arcigay che rimangono inascoltati permettendo a campagne di odio e discriminazione di avere la meglio su individui di qualsiasi età , professione per il solo fatto di avere inclinazioni omosessuali. Malika è un esempio di come tutto questo possa essere sconfitto. Eppure bisogna che tutti siano dalla stessa parte, condannando l’omofobia in ogni sua forma. Che il coraggio di Malika non sia invano. Che ci sia speranza per tutte Le Malika di questo mondo.