Questa è una storia di profondo disagio, ma anche di solidarietà, quella che ha visto protagonisti una madre e un figlio originari del Sud,
ma residenti al Nord. Per una settimana hanno dormito all’interno di una auto parcheggiata in un’area di servizio dell’A1, non avendo più nulla,
né una casa né un lavoro. A scoprirli, nei pressi di Fabro, la polizia stradale di Orvieto, che ha dato loro un aiuto, donando generi alimentari e una
somma di denaro. La storia è stata confermata dai riscontri della Polstrada. Cinquantenne lei, 25 anni il figlio, agli agenti che hanno chiesto
loro spiegazioni sui motivi della prolungata presenza, segnalata in quel luogo decisamente poco confortevole, tra la tristezza e
l’imbarazzo i due hanno dato il via a un racconto commovente, poi confermato dai riscontri della Polstrada, che, inizialmente, pensava
di trovarsi di fronte a un’auto sospetta. Senza più un lavoro né una casa, la donna, in particolare ha spiegato di aver perso il lavoro a causa di una
situazione familiare complessa e quindi, con il precipitare di quella economica, di aver dovuto lasciare l’abitazione in cui viveva con il figlio.
Di fronte al buio dell’incertezza i due hanno così deciso di affidarsi all’unico “tetto” che era loro rimasto, l’utilitaria di proprietà. In mancanza di
alternative, ne hanno fatto la loro casa, adattandosi a dormire sui sedili scomodi e a lavarsi nei servizi igienici dell’area di servizio. Scelta,
quest’ultima, non a caso, ma per aggrapparsi almeno ai ricordi dei tempi migliori. A colpire e coinvolgere ancora di più gli agenti è stato il fatto
che la donna ha raccontato infatti di essersi voluta fermare a Fabro perché da piccolina frequentava con suo padre Città della Pieve, cittadina a
poche decine di chilometri di distanza. La solidarietà degli agenti “Qui mi sento davvero a casa, questi luoghi mi danno un po’ di sostegno e conforto
per sopportare la nostra sofferenza” avrebbe detto la cinquantenne ai poliziotti che l’hanno ascoltata. Un fatto non nuovo per i poliziotti della
Polstrada orvietana, diretti dal comandante Stefano Spagnoli, che già a maggio 2020 si erano autotassati per aiutare un’altra famiglia, in difficoltà
sempre lungo l’Autosole, a raggiungere il Trentino, dove la figlia piccola, con problemi di salute, doveva sottoporsi ad un’importante visita medica.
Anche questa volta gli agenti si sono prodigati in un gesto di gran cuore. Per madre e figlio hanno acquistato dei generi alimentari di prima
necessità, come pasta, biscotti, marmellata e legumi, e hanno fatto una piccola colletta per aiutarli economicamente e dare loro un minimo di respiro.