Lungomare di Napoli a rischio violenta mareggiata : dopo il caldo torrido allerta al massimo

15 Agosto 2021 - 19:45

Lungomare di Napoli a rischio violenta mareggiata : dopo il caldo torrido allerta al massimo

Un’altra giornata di grande caldo a Napoli con temperature vicine ai quaranta gradi. Ma ciò che allarma gli scienziati sono le previsioni della Nasa: entro il 2100 il livello del mare a Napoli sarà più alto di quanto sia oggi.

L’Agenzia spaziale americana lo ha rilevato nell’ambito di una mappa che si basa sui dati dello Ipcc, il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite.

L’indagine fornisce, relativamente al capoluogo campano, una forbice tra 32 ed 88 centimetri, a seconda delle azioni che saranno messe in campo a livello globale per contenere le emissioni di anidride carbonica in atmosfera, responsabili dell’effetto serra che innesca, a sua volta, il surriscaldamento responsabile dello scioglimento dei ghiacciai.

«Effetti disastrosi

«Trentadue centimetri possono sembrare pochi – commenta Giorgio Budillon, docente all’Università Parthenope per il settore disciplinare di Oceanografia e Fisica dell’atmosfera – ma già un simile innalzamento può avere effetti disastrosi. Immaginiamo, poi, cosa potrebbe accadere qualora si realizzassero le previsioni peggiori».

Sottolinea: «Ci sono scenari che ipotizzano un aumento del livello del mare fino a due metri perché quando i ghiacci fondono si crea un cuscinetto di acqua liquida tra il ghiacciaio e la roccia, una specie di sostanza lubrificante che accelera la discesa a mare dei ghiacci». Quale che sia la misura esatta dell’innalzamento del livello del mare, cosa potrebbe accadere ad una città come Napoli?

«C’è un episodio recente – risponde Budillon – che deve invitarci a riflettere. Mi riferisco alla mareggiata che il 28 dicembre 2020 ha creato grossi danni in via Partenope. Abbiamo scoperto che il livello del mare si era alzato perché il vento aveva accumulato acqua sotto costa. Per questo le onde hanno provocato così tanti danni. Quello di dicembre, che è stato un evento eccezionale, rischia di diventare frequente o molto frequente e ne sarebbe colpito in particolare il litorale esposto ai venti di libeccio e di ponente».

Problemi in tutta la regione

Non basta. Prosegue Budillon: «Tratti della costa napoletana bassa – pensiamo a quella all’inizio di Posillipo ed a Mergellina – e della costa campana, mi riferisco in particolare al litorale casertano, con un incremento del livello del mare quale quello preventivato dalla Nasa finirebbero sott’acqua.

Per limitare i danni, bisognerà mettere in campo complesse opere di difesa, con costi inimmaginabili». C’è di più. «L’aumento del livello del mare – sottolinea l’oceanografo della Parthenope – accrescerà la capacità dell’acqua salata di penetrare nelle falde acquifere. Avremo molta meno acqua per irrigare i campi».

Non c’è tempo da perdere, insomma. «L’unica arma che abbiamo – ribadisce il professore universitario – è di ridurre l’apporto delle emissioni di Co2. Bruciare sempre meno e ricorrere sempre più all’eolico, al fotovoltaico, al geotermico per produrre energia».

Temperature medie

Prosegue: «C’è chi mi domanda come sia possibile che un aumento della temperatura media del globo di un solo grado e mezzo o due gradi possa creare tali sconvolgimenti. Rispondo con l’esempio del corpo umano. Si pensi a come ci sentiamo se abbiamo 37 gradi di temperatura ed a come stiamo quando ne abbiano 38,5 o 39».

Il docente conclude con un allarme ulteriore, relativo però ai prossimi mesi: «Ad ottobre, con le prime intrusioni di aria fredda ed instabile sul Mediterraneo, il mare che ora è caldissimo cederà all’atmosfera il calore in maniera violenta e repentina.

Tanta energia rischia di innescare piogge torrenziali e trombe d’aria». Scenari davvero preoccupanti eppure c’è chi continua a sostenere che, in fondo epoche più fredde o calde ci sono sempre state. Andrea Monda, geologo e fondatore del sito di divulgazione Geopop, risponde così ai negazionisti del clima: «La ciclicità naturale c’è sempre stata, ma un’accelerazione dei fenomeni come quella che è in corso ora non ha precedenti».

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