Da qualche tempo, il cantante Luis Navarro sta conducendo su Radio 1Station il programma Fuego, dove ha l’occasione di parlare a 360° della musica latino-americana, il genere di cui è esperto e che l’ha reso famoso in Italia, in Europa e in America Latina. Tra sogni e progetti, Navarro si è raccontato in questa intervista, dove ci ha anticipato che, nei prossimi mesi, uscirà anche un libro che conterrà alcuni suoi testi, con illustrazioni, dei suoi brani scritti in italiano.
Ciao Luis, partiamo da quest’ultimo periodo, fortemente segnato dalla pandemia del Covid-19. Da artista, come lo stai vivendo?
“Come tanti altri artisti, sto vivendo questo momento cercando di sperimentare quanto più possibile della cose che siano affini al mio lavoro. Per alcuni il 2020 è stato un anno completamente da buttare, mentre io ho ricevuto anche tante soddisfazioni. Ad esempio, ho preso un’altra laurea in musica, nello specifico in produzione musicale discografica, e nel contempo ho anche intrapreso una nuova ed entusiasmante esperienza come speaker radiofonico”.
Bene, parliamo dunque meglio di questa tua nuova esperienza lavorativa.
“Sì, sto conducendo Fuego, che va in onda su Radio 1Station. In FM ricopre tutta la Campania, ma è raggiungibile su tutto il territorio nazionale e internazionale attraverso l’App e il sito web della radio. E’ un’esperienza che mi sta dando tante soddisfazioni. Non mi aspettavo tutto questo successo, ma devo dire che le persone hanno apprezzato molto il fatto che stessi vicino a loro in questo modo, visto che possono anche scrivermi e interagire con me nelle varie dirette. E’ una delle cose più belle che mi sono successe nel 2020”.
Com’è nata la tua partecipazione in questo programma?
“Sono approdato in questa radio grazie ad un amico fratello, ossia Gianpiero Giangregorio, conosciuto anche come Gianpiero XP. Lui è speaker radiofonico da diversi anni ed una voce storica della musica dance, motivo per cui è stato pluripremiato. Da qualche tempo, Gianpiero è diventato direttore artistico di Radio 1Station e mi ha voluto fortemente come conduttore di Fuego. La cosa che mi piace di più del programma è il fatto che conduco sia in lingua italiana, sia in lingua spagnola. Ho dato, insomma, un tocco di internazionalità alla radio. Un aspetto che la gente ha apprezzato tantissimo. La trasmissione, che va sempre in diretta, è ormai diventata, ogni sabato, un appuntamento fisso”.
Immagino sia anche una grande soddisfazione perché ti consente di parlare di quella che è la tua più grande passione: la musica.
“Esatto, diciamo che faccio questa cosa toccando, tra l’altro, il genere musicale che mi appartiene: Fuego è praticamente una classifica di solo musica latino-americana. Portiamo le novità provenienti dal Sud America, vediamo qual è il gradimento della gente che segue il genere. E’ divertente e mi ha fatto riscoprire un mio lato inedito, con delle caratteristiche che nemmeno sapevo di avere. Mi sono riscoperto speaker radiofonico. Una cosa che, sostanzialmente, mi mancava nella vita. E’ un’esperienza che acquisisce più valore, in questo 2020 dove alcuni miei colleghi hanno davvero gettato la spugna e non sanno cosa fare, perché anche se producono non possono fare concerti e così via. E’ tutto molto difficile”.
Questa è però una cosa che riguarda anche te, in fondo, come cantante.
“Sì, però io nella vita ho sempre avuto la fortuna di essere un po’ ‘camaleonte’, ho cambiato pelle di continuo. Ho sempre fatto dei lavori affini alla mia professione: sono un cantante ma anche un vocal coach, sono un produttore musicale, che ha scritto canzoni per se stesso o per altri artisti. Cito sempre il brano Comprami di Viola Valentino, che ho riarrangiato e remixato e di cui ho fatto la produzione partendo da zero. E’ stato bello e gratificante. La radio è, invece, un mondo che non avrei mai immaginato di toccare. Fare lo speaker radiofonico è dunque una bella sorpresa”.
A livello musicale, c’è qualche nuovo progetto di cui mi puoi parlare?
“Sto lavorando ad un brano, che è quasi terminato, con Emanuela Tittocchia. Abbiamo avuto un po’ di problemi con le zone rosse della Campania, che non ci hanno permesso di spostarci più di tanto. Per ora posso dirti che sarà un brano di musica latina in grado di far ballare tantissime persone agli inizi del 2021. Ho poi un progetto, in standby, con il grande arista sudamericano Mauricio Rivera. Dovevo andare in Colombia a Marzo, prima del lockdown, per girare il videoclip di un brano già registrato. Abbiamo dunque deciso di attendere la possibilità di viaggiare, di muoverci con più disinvoltura, quando la situazione Coronavirus sarà passato. Sarà bello riunire l’Italia e la Colombia, con un brano prodotto in Italia ma esportato all’estero.
So che tra i prossimi progetti c’è anche la scrittura di un libro, giusto?
“Giusto, conterrà i testi delle canzoni che ho scritto in italiano. Ci saranno anche delle immagini che accompagneranno gli stessi, grazie al lavoro straordinario dell’illustratrice Alessia Postiglione. Sto cercando, col suo aiuto, di raccontare i miei testi illustrandoli, quasi come se dietro quelle parole si celassero delle immagini. Per rievocarle, questa graphic designer sta facendo un lavoro straordinario. Anche in questo caso, il libro penso uscirà per il 2021. Verrà diffuso in Italia, ma il titolo è ancora in via di definizione”.
Speriamo dunque che tutte questo novità siano il preludio di un ottimo 2021, no? Immagino che per te la speranza, visto che sei anche un cantante, sia quella di tornare quanto prima a fare i live.
“Assolutamente sì, il live è una cosa che mi manca tantissimo. I miei sono sempre stati molto energici, fatti di coreografie, effetti speciali, di un continuo interagire del pubblico che, spesso e volentieri, ballava e si divertiva con la mia musica. Spero dunque che il 2021 ci conceda a noi artisti di tornare alla vita normale. Se ci pensi, in fondo noi viviamo grazie all’approvazione continua da parte del nostro pubblico. Abbiamo quasi perso il punto di riferimento. Stiamo facendo, in questo periodo, le cose bene oppure no? Manca, insomma, quel contatto che è essenziale. I social possono fare qualcosa, ma è sempre la musica dal vivo che fa la differenza. Se le persone vengono ai tuoi concerti è perché c’è dietro una stima forte. Non perché ascoltano la musica, in maniera passiva, da casa”.