Sono tante le polemiche nei confronti dell’ex ministro degli esteri Luigi Di Maio,il quale a breve riceverà il suo nuovo incarico di inviato Ue nel Golfo Persico.
Al centro del dibattito, dopo la sua idoneità, questa volta, è il maxi-stipendio che Di Maio percepirà: 12 mila euro al mese, sottoposti alla tassazione agevolata dell’Unione. A questi si somma il rimborso spese, comprese quelle per lo staff, riporta il Tempo. L’ex pentastellato godrà anche dello status di diplomatico, con passaporto e immunità. Lauto compenso per un ruolo delicato. Di Maio lavorerà nella gestione degli approvvigionamenti di gas e petrolio che provengono dalla regione, oltre ad interessarsi – ad esempio – dei rapporti con l’Iran in tumulto.
La potenziale nomina di Di Maio ha scatenato la polemica interna al centrodestra, che chiede che il governo Meloni non sostenga l’ex ministro poiché non avrebbe «i requisiti» per il ruolo, denuncia il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. L’idea che si fa strada nella maggioranza, avanzata dal vicepremier Antonio Tajani, è che sia stato l’ex premier Mario Draghi ad indicare Di Maio. Tuttavia, fonti a lui vicine smentiscono. Quando annunciò l’istituzione e la gara per la carica, il 22 settembre scorso, Borrell avrebbe semplicemente chiesto a Draghi se si trovasse bene con il suo ministro degli Esteri. Domanda alla quale l’allora capo del governo avrebbe risposto affermativamente, senza aggiungere altro. La Stampa intanto scrive che sulla nomina dovranno votare i governi a maggioranza qualificata.
Fonte: Open