Ieri, Ursula von der Leyen ha risposto a una domanda degli studenti dell’università di Princeton sulla questione voto in Italia.
La presidente dell’Ue ha affermato che “la Commissione lavorerà con ogni governo che uscirà dalle elezioni e che abbia la volontà di lavorare con la Commissione Europea”, e allo stesso tempo ha ribadito di disporre degli strumenti necessari nel caso la situazione degenerasse.
Durante il briefing con la stampa a Bruxelles, Eric Mamer, portavoce capo della commissione Europea, ha commentato le sue parole, affermando che “parlano da sole. È assolutamente chiaro che la presidente non è intervenuta nelle elezioni italiane”. E sulle ipotesi da attuare nel caso la situazione degenerasse, “quando ha parlato degli strumenti a disposizione ha fatto riferimento a procedure in corso in altri Paesi dell’Ue, e dunque stava evidenziando il ruolo della Commissione come guardiana dei trattati, in particolare nel campo del rispetto dello Stato di diritto”.
La posizione di von der Leyen è analoga a quella del commissario alla Giustizia, Didier Reynders. Questi afferma che la Commissione dispone dei mezzi necessari per fronteggiare eventuali deviazioni dallo Stato di diritto negli Stati membri. Tra i tanti, il ricorso alla Corte di Giustizia e l’attivazione del meccanismo che tutela il bilancio Ue.