Luca Attanasio cantante di grande talento ci racconta ” Perdo le parole”, il suo ultimo singolo

2 Maggio 2022 - 1:35

Luca Attanasio cantante di grande talento ci racconta ” Perdo le parole”, il suo ultimo singolo

Il suo ultimo singolo, Perdo le parole, è stato prodotto dall’etichetta discografica indipendente Believe
Music, in collaborazione con la Key Music di Luis Navarro. Parliamo del cantante emergente Luca Attanasio,
che si è raccontato in questa intervista per svelarci com’è nata la sua passione per la musica.
Ciao Luca, quando è nata la tua passione per la musica e per il canto?
“Sin da piccolo, ho sempre espresso la volontà di cantare, a partire dal periodo in cui frequentavo la scuola
primaria. Cantavo con le maestre, con i miei amici in classe; insomma, ogni occasione era buona per fare
musica. Ed ho coltivato questa passione con la mia insegnante di musica alla scuola materna, per poi
portarla avanti anche alle elementari. In seguito, durante la scuola media, ho preso delle lezioni private. Ho
fatto dei laboratori, dei concorsi, tra cui il Cantagiro. Ho vinto il premio Italian Award Discography, con la
vocal coach Maria Nucatola, che mi ha permesso di conoscere maestri e direttori d’orchestra rinomati. Ho
partecipato a dei canali liberi, come Italia Mia, Canale Italia. Voglio vivere di musica nella mia vita e spero di
farlo. Per questo, sento di dover ringraziare i miei vicini di casa, che facevano piano bar e mi hanno aiutato
a iniziare, facendomi cantare a comunioni, battesimi ed eventi in generale”.
A proposito di musica, hai degli artisti di riferimento che, pian piano, hanno influenzato il tuo percorso?
“A me piace molto la musica italiana. Mi piacciono i cantanti completi, che se ne intendono. Non a caso, i
miei idoli sono Laura Pausini, Massimo Ranieri, Claudio Baglioni. Sono quei cantautori che con la loro voce
hanno saputo dare tanto alla musica. Le loro canzoni sono capolavori senza tempo. Inoltre, noi a Napoli
abbiamo avuto il maestro Pino Daniele, uno dei più grandi che siano esistiti. Amo poi la musica dance, tutto
ciò che concerne il latino-americano, il pop-dance classico della Spagna come Luis Enrique, Ricky Martin e
Marc Anthony. E per questo mi piace fare musica anche in spagnolo”.
Addentriamoci nella tua musica. Lo scorso 27 marzo è uscito il singolo Perdo le Parole. Com’è nato?
“È stato scritto da Luis Navarro e prodotto e musicato da Pasquale Cristiano, che è di Marcianise. Perdo le
parole è una dichiarazione d’amore verso una donna, che mette a me che la canto inquietudine ed
emozione solo a guardarla. Il titolo del brano è collegato a questo, perché di fronte a lei non riesco a
parlare, a dichiararmi e a mostrare il mio amore. Tutto quello che potrei fare mi sembra, infatti, banale. E
proprio la banalità è un concetto chiave del brano. Mi sento banale perché non sono in grado di esprimere
appieno quelle che sono le mie emozioni. Questo è il tema molto centrato nel ritornello: ‘Scorrono le ore,
sembrano volare’. Intorno a maggio, uscirà anche il videoclip, dato che con le restrizioni dovute al Covid
abbiamo dovuto rallentare un po’ il lavoro”.
Il singolo fa parte di un progetto più ampio? Nei prossimi mesi, usciranno altre canzoni?
“Sì, con Luis e Cris stiamo lavorando su altri inediti, che sono fondamentali. Con le cover riesci a portare alla
luce la tua parte interpretativa, ma con gli inediti dai modo alla casa discografica e al produttore di capire
veramente chi sei. È l’inedito che fa l’artista. Il progetto in sé per sé può specificare appieno quello che
voglio comunicare. Mentre la cover può essere cantata in maniera uguale da migliaia di persone”.
Perdo le parole non è il tuo primo singolo, giusto?
“No, il primo è nato due anni fa da una collaborazione con il maestro Ciro Barbato, musicista e direttore di
orchestra che fa le selezioni di Sanremo. Lui ha creduto in me e ha voluto scrivermi un inedito. Si intitola
Perfetta ed è una canzone d’amore, argomento che mi piace affrontare perché è bello e trasmette
emozioni. È anche collegabile a Perdo le parole, perché parla di una donna perfetta, nel vero senso della
parola, che non presenta difetti, visto che mi piace sia caratterialmente, sia fisicamente. Provo per lei un
amore perfetto, come quello per la musica. Si può fare questa sorta di metafora”.

Da artista, come ti descriveresti? Chi ti ascolta che sonorità deve andare a ricercare?
“Il genere musicale che più mi rispecchia, come dicevo, è il pop-dance. Il pop, in primis, perché è quello che
mi riesce meglio e dà gli stimoli giusti per interpretare il mio pezzo ed arrivare dritto alle persone, fin dal
primo ascolto. Tuttavia, mi ritengo abbastanza versatile: mi piace il latino. Oltre all’italiano e al classico
napoletano, che è una vera e propria lingua, mi piace lo spagnolo e, di conseguenza, i brani reggaeton,
salsa, merengue e così via. Quando parlo di musica, dico sempre che bisogna essere versatili nei generi e
cercare, soprattutto, di essere originali e non imitare nessuno. Dobbiamo essere noi stessi quando
cantiamo, sempre. E, proprio per questo, bisogna saper cantare di tutto. Se nei live ci viene chiesto di fare
una canzone che non è del nostro repertorio, dobbiamo essere bravi a cavarcela. Non a caso, nei loro
concerti, tanti cantanti improvvisano. Ed è questo che li rende grandi, perché l’improvvisazione richiede
impegno e tanta cultura a livello musicale. Nel nostro mestiere non si smette mai né di imparare, né di
innovare. È necessario ascoltare la musica intorno a te, per sperimentare nei vari generi. Tra i recenti, a fare
questo, c’è Irama, che si è davvero aperto a 360°, partendo dal reggaeton e virando su altri stili”.
E Sanremo? È tra i tuoi obiettivi partecipare?
“Direi di sì. Qualora capitasse, con un singolo diverso dai precedenti, ci andrei volentieri. Perfetta e Perdo le
parole sono singoli ritmici e soprattutto orecchiabili. Ho capito che un artista emergente deve arrivare al
cuore delle persone con un arrangiamento fresco, orecchiabile. Purtroppo, i generi musicali si stanno
limitando. Non riusciamo più a sentire voci blues, jazz, punk. Siamo quasi tutti cantanti pop. E quindi ci
limitiamo a fare ciò che vuole il mercato, perché quest’ultimo non ci lascia la possibilità di decidere ciò che
noi vogliamo fare come genere. Solo chi è già conosciuto può permettersi di sperimentare maggiormente,
per fare uscire la sua versatilità. Per questo, Perdo le parole è molto simile, anche nella musica, a Perfetta.
Perché avevo paura che, in caso contrario, alle persone che già mi conoscevano, magari, non piacesse”.
Come mai avevi questa paura?
“Perché avevo già fatto, quando avevo 15 anni, Il mio sogno, che parlava del mio desiderio di diventare un
artista. E questo brano non mi ha dato la giusta opportunità, visto che ancora deve essere prodotto. Mi
sono sentito dire che non arrivava, che aveva un arrangiamento retrò che non rispecchiava i canoni che si
ascoltano oggi. E i produttori mi hanno detto che dovevo fare qualcosa di consono alla mia età e che non
potevo presentarmi con un arrangiamento degli anni ’90 negli anni 2000”.
Come vivi i feedback che ricevi da chi ascolta le tue canzoni?
“Sicuramente i social, nella società attuale, sono molto importanti perché ti danno l’opportunità di
emergere, di andare avanti e di metterti in contatto con persone che stanno a km di distanza da te. Non
nascondo, ovviamente, che gli stessi possono generare pure delle ferite perché, è inutile negarlo, ci
possono anche essere dei commenti offensivi, che purtroppo non hanno la minima cura del lavoro che
viene fatto prima di pubblicare una canzone. Persone che pensano solo a screditare il tuo impegno; i classici
leoni da tastiera. In tanti, sono riusciti a farsi sopraffare dai giudizi, che possono essere costruttivi ma anche
molto cattivi. Non si deve piacere per forza tutti, è vero, ma il rispetto dovrebbe essere alla base. Ad
esempio, a me non piace la musica trap ma non sminuirei mai il lavoro e l’impegno di un collega; non gli
direi mai che il suo progetto, dal mio punto di vista, non è valido. Comunque sia i commenti, la popolarità e
gli streaming sono tutti fattori che portano un artista ad emergere”.

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