Daniela Garofalo, 37 anni, residente a Lecco, addetta alle pulizie e il marito operaio, per raccogliere 535 euro che servono per il campo estivo della figlia
di tre anni, hanno dovuto chiedere un prestito, visto che da soli non ce la avrebbero mai potuto fare. “Ho fatto una colletta tra parenti, amici e zii, solo così
sono riuscita a racimolare la cifra necessaria per mandare la mia bimba al centro ricreativo diurno: come se fosse un lusso, e non una necessità”.
“All’inizio mi sono vergognata, ma poi ho capito che non posso sentirmi in colpa per le carenze delle istituzioni” – afferma la mamma 37enne. La coppia,
oltre a due lavori a tempo pieno, ha due figli piccoli (l’altro, il primogenito, ha 12 anni) e un mutuo mensile da 550 euro per la casa. “Tutti in famiglia si sono
mobilitati per aiutarmi, da un lato è bellissimo. Ma dall’altro è drammatico il fatto che io e mio marito siamo stati costretti a chiedere un aiuto economico,
una cosa che toglie la dignità”. “Spingere ancora una volta le famiglie a dover fare i salti mortali ormai è “normalità”, ma costringere un bambino a non
poter stare con i suoi coetanei a causa delle condizioni economiche dei propri genitori è follia”. “Lecco ha ottenuto la qualifica di ‘città amica dei bambini’,
e poi ci ritroviamo a dover pagare rette impensabili che tolgono a tantissimi bambini il diritto all’educazione e alla socializzazione”, ha scritto la donna sui social. Fonte Fanpage.it.