In una palazzina a Nova Milanese (Brianza), un 62enne armato di un coltello, ha aggredito prima la nipote ventottenne, ferendola,
e successivamente ha colpito mortalmente la cognata. Le aggressioni sono avvenute al culmine di una lite per un parcheggio. L’uomo ha ucciso la
cognata Giovanna Chinnici, un anno più grande, dopo aver ferito con lo stesso coltello la nipote, 28 anni, nel posteggio della palazzina marroncina
all’interno della quale vive un intero nucleo familiare. Una discussione futile, presumibilmente per un posto auto, è stata la miccia della
duplice aggressione. La 28enne e lo zio hanno discusso violentemente, lui ha estratto un coltello e l’ha ferita, costringendo la madre a intervenire.
Giovanna Chinnici si è frapposta tra la figlia e il cognato ed è finita bersaglio di diversi fendenti che non le hanno lasciato scampo. Le grida hanno attirato l’attenzione
di altri componenti della famiglia, nella palazzina risiedono altre due sorelle della vittima con i rispettivi mariti e figli, e di altri residenti della
zona, che hanno allertato il 112. Sul posto sono accorsi i carabinieri, due ambulanze e un’auto medica. La donna è stata trasportata d’urgenza
all’ospedale di Desio (Monza), dove però è morta poco più tardi. I carabinieri hanno arrestato l’uomo sul luogo del delitto con l’accusa è di omicidio e tentato
omicidio. I militari del Comando provinciale di Monza hanno effettuato i rilievi tecnici sulla scena del crimine e sequestrato l’arma utilizzata.
Nelle prossime ore per il 62enne verrà fissato l’interrogatorio di garanzia, mentre verranno sentiti tutti i componenti della famiglia oggi stravolta dal delitto.
Per le indagini sarà fondamentale la testimonianza della 28enne, fuori pericolo ma ancora in ospedale sotto shock. Pare che da tempo ormai i
rapporti tra i nuclei familiari ristretti erano tesi, in particolar modo da quando la morte del “capofamiglia”, ovvero il nonno della 28enne, avrebbe decretato
l’accrescere di quelle stesse tensioni, taciute e nascoste tra le pieghe dei diversi caratteri più per “rispetto” che per volontà. Fonte Tgcom24