È già libero ed ha già lasciato l’Italia il 15enne condannato per avere aggredito e accoltellato Marta Novello, la 26enne veneta mentre faceva jogging in provincia di Treviso.
“Non è facile, per Marta, accettare l’idea che appena sedici mesi dopo averle inferto ventitré coltellate, il responsabile sia già a piede libero” ha spiegato al Corriere del Veneto il legale della vittima, l’avvocato Alberto Barbaro raccontando quanto accaduto.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il ragazzo sarebbe uscito di casa con l’intento di compiere una rapina per procurarsi dei soldi e comprare della marijuana di cui faceva larghissimo uso. Poi avrebbe visto la giovane e l’avrebbe aggredita, trascinandola in un fossato ai lati della strada dove le ha sferrato 23 coltellate. Marta Novello ha subito danni gravissimi agli organi interni ma si è salvata dopo diverse operazioni.
A seguito di una perizia psichiatrica che ne ha confermato la capacità di intendere e volere, il quindicenne era stato condannato in primo grado dal Tribunale dei Minori a sei anni e otto mesi di reclusione per l’aggressione avvenuta la sera del 22 marzo 2021 con il riconoscimento di una parziale incapacità.
In secondo grado, nell’aprile dello scorso anno, la Corte d’appello di Venezia però aveva ridotto la pena per il ragazzo portandola a cinque anni di reclusione per i reati di tentato omicidio e tentata rapina. Al contempo era stata confermata anche la misura di sicurezza di due anni da scontare successivamente alla pena detentiva alla luce della sua pericolosità sociale.
Pochi giorni dopo, in attesa del terzo grado di giudizio, il ragazzino è stato scarcerato per scadenza dei termini per la custodia cautelare in prigione. Il fatto però è che il giudice per i minorenni ne aveva disposto il trasferimento in comunità ma il provvedimento non è mai stato notificato al ragazzino. Il 15enne quindi ha avuto tutto il tempo di tornare a casa stare lì per pochissimi giorni e poi lasciare l’Italia per raggiungere la mamma in Inghilterra. “Lo Stato riuscirà a riportare in Italia l’aggressore affinché sconti quella pena definitiva che dovrebbe avere lo scopo di recuperarlo?” si chiede l’avvocato.