Sarebbe stato abbandonato ancora vivo il neonato trovato senza vita lo scorso gennaio nella culla termica della parrocchia di San Giovanni Battista, nel quartiere Poggiofranco a Bari. A confermare questa ipotesi, già emersa durante l’autopsia, sono gli ultimi accertamenti disposti dalla Procura, secondo cui il piccolo sarebbe deceduto poche ore dopo l’abbandono, a causa di ipotermia.
A riferirlo è il Quotidiano di Puglia, che anticipa i contenuti della perizia irripetibile depositata in questi giorni. Gli esami, effettuati dal genetista Carlo Previderè dell’Università di Pavia — lo stesso consulente del caso Yara Gambirasio — si sono concentrati su alcune tracce di liquido rinvenute sul tappetino della culla e su frammenti di cuore e cervello del neonato, prelevati durante l’esame autoptico.
Secondo indiscrezioni non ancora confermate ufficialmente, i risultati avrebbero accertato che il liquido in questione è urina, riconducibile al neonato. Anche gli esami sugli organi sembrerebbero rafforzare la tesi secondo cui il bambino fosse vivo al momento in cui è stato lasciato nella culla.
Sulla vicenda indaga la squadra mobile della Questura di Bari. Sono al momento due i fascicoli aperti. Il primo, a carico di ignoti, ipotizza il reato di abbandono di minore con esito mortale. Il secondo, per omicidio colposo, è indirizzato nei confronti del parroco don Antonio Ruccia e del tecnico Vincenzo Nanocchio, che aveva installato la culla termica nel 2014 e che, pochi giorni prima della tragedia, era intervenuto per una manutenzione del dispositivo.
Fonte: Fanpage.it