Una tematica di grande attualità quella della gestione della positività, evidentemente non solo da covid e quella legata all’inclusività di bambini e bambine con bisogni speciali. Un’esigenza quest’ultima, particolarmente sentita dalle famiglie che chiedono e fortunatamente ottengono, oggi più che in passato, attenzione e normative di supporto oltre alla sola sensibilità di questo o quel dirigente.
Un esempio di dedizione professionale e imprenditoriale, dal valore didattico d’eccellenza che ha costruito e innovato nell’arco di oltre trent’anni di attività, la sua scuola ed apportando notevoli ed indiscussi benefici sociali a tutta la comunità è quello rappresentato della doss.Anna Somemlla.
Educare e formare con competenza ed energia al solo servizio dei giovanissimi allievi, nelle due sedi dell’Istituto a via Manzoni e a via Vaccaro. Da tempo la Ferrière della prof.ssa Anna SOmmella è impegnata nella realizzazione di iniziative in ambito Confapi Campania (di cui la Sommella è Vice Presidente sezione scuola) nel
coordinamento degli istituti paritari napoletani, per migliorare la qualità dei servizi e della didattica e l’aggiornamento del corpo docente e per contribuire al varo di progetti a sostegno dell’imprenditoria femminile (la direttrice Sommella è Presidente Confapid Napoli per l’imprenditoria femminile) e di un dinamico rapporto tra la formazione e il mondo del lavoro.
Entriamo nl vivo del nostro incontro.
Direttrice Sommella, usciamo da un periodo Covid, duro per tutti. I giovanissimi ne hanno pagato ancor di più il prezzo. In questo particolare momento storico quale la ripresa ed il rilancio post-covid della proposta formativa paritaria, difficoltà ma anche soddisfazioni?
“Il COVID ha arrecato danni emotivi e didattici non indifferenti. Non è un caso che noi inizialmente avevamo perso degli utenti per diversi motivi che senz’altro tu comprenderai. Invece susseguentemente abbiamo ripreso bambini che provenivano da scuole statali per i quali la dad, praticamente era stata inesistente. Lì dove c’era stata,
risultava mancante di tante possibilità, stare davanti ad un computer per tante ore non è cosa facile, e distrae per tanti motivi. Noi abbiamo sempre cercato di fare anche una did. La did rappresenta una possibilità offerta a tutti quei bambini che avevano delle difficoltà oggettive, ossia Bes, DSA e 104, di recarsi a scuola ed attraverso
piccoli gruppi organizzati, svolgere le lezioni sia da remoto che in presenza. In questo modo abbiamo dato, in questi 2 anni la possibilità a tutti i bambini, di frequentare la scuola almeno 2 o 3 volte a settimana. Questo ci è stato consentito grazie al numero di alunni per classe che non sono di 25 o 28 ma sono di un massimo di 15, quindi facendo ruotare 5 bambini ogni volta praticamente, in 10 giorni era assicurata la presenza 4/5 volte.
Abbiamo potenziato l’offerta formativa anche con i Pon. Siamo riusciti, nonostante siamo una scuola piccola, ad essere destinatari di un Pon l’anno scorso ed un altro quest’anno, li abbiamo attuati con non poche difficoltà.
Difficoltà ma anche grandi tradizioni a cui ispirarsi. Il Contrasto alle povertà educative, come sono percepite e quali in termini di risposta al loro contrasto, nella sua scuola, ma più in generale nella realtà napoletana.
Dobbiamo tener presente che questa scuola nasce nel 1990 con la grande voglia di riprendere quella che era la tradizione scolastica di un tempo. Quindi attuando quello che l’attivismo pedagogico ci insegna. Ferrière è stato un grande studioso di diverse discipline, riteneva la scuola dovesse farsi dappertutto anche all’esterno. E questa
è una nostra peculiarità, tanto che una volta al mese accompagniamo i nostri bambini al di fuori delle mura scolastiche con escursioni didattiche per la conoscenza del terremoto a 360°. Quindi attivismo pedagogico, ripreso poi, dalla grande Maria Montessori tanto che la scuola si avvale di questa doppia possibilità formativa di ispirazione Montessoriana e Ferrière. Questa scuola nasce dal desiderio di cercare di attuare nella propria città
un modello europeo scolastico e formativo e quindi la possibilità di dare spazio a tutte le arti, dalla musica alla conoscenza dell’arte intesa come arte pittorica. La grande possibilità offerta ai bambini attraverso la conoscenza della lingua inglese, iniziata già 32 anni fa presso l’istituto Ferrière. Lo studio della lingua inglese veniva svolto 3 volte a settimana, indipendentemente dalla classe, dal nido all’infanzia, alla scuola primaria,
elemento questo di grande innovazione per i tempi e precursore di questi. Poi, la musica con la metodologia ORFF, ha dato un grande impulso a quella che è l’emotività dell’alunno. Un grande baule dovete metterci tanti ricordi e tante conoscenze.
Contrasto alla povertà educativa è soltanto la conoscenza, la cura delle emozioni e soprattutto una serenità
d’animo. La scuola deve accompagnare, educare deriva dal latino educere che significa appunto accompagnare. Bisogna accompagnare in questo percorso che deve essere il più sereno possibile. Il contrasto alla povertà educativa è proprio questo, è la conoscenza è il tener presente quelle che sono le mille voci delle nostre emozioni.
Diritto all’inclusione per i bambini con bisogni speciali, supporto alle famiglie di questi bambini. Una sensibilità che nasce anche dalla norma, quale la risposta dell’Adolphe Ferrière, naturalmente attraverso la sua direzione.
Un’ ultima, ma non ultima per importanza, l’inclusione dei bambini con bisogni educativi speciali come ti dicevo, sono stata purtroppo molto, molto dispiaciuta, dall’abbandono di qualche genitore, che appreso della presenza di bambini con 104 hanno poi deciso di allontanarsi dalla Ferrière per scegliere un’altra scuola. Mi è dispiaciuto perché è stato come ricevere un calcio in faccia a quella che è l’inclusività a tutto tondo.
Mi sono sempre battuta affinché questo non accadesse. Ho sempre voluto all’interno della scuola, bambini che avessero delle difficoltà, perché ero certa che con l’amore e la comprensione, con l’ausilio di tutti, si potesse fare tanto. Infatti in tanti son venuti presso la Ferrière, proprio per avere questo aiuto. Non è un caso che nel corso degli anni poi ho dato spazio ed accolto a quelli che erano bambini oggi ormai adulti. Quei genitori mi hanno
chiesto proprio di dare loro una mano per rendere questi giovani in particolar modo donne, più consapevoli. Le ho accolte per fare in modo che avessero un ruolo, seppur semplice ma importante per la costruzione della loro vita e quindi trovare delle porte in faccia è stato per me il più grande dolore che un educatore potesse avere. Mi sono ripresa perché mi sono dovuta riprendere però comunque resta un grande neo della mia vita lavorativa.
Nonostante l’amarezza, resta la consapevolezza di svolgere un lavoro importante e riconosciuto dal territorio, che ne pensa?
Per concludere ti dico che quello che la Ferrière fa, si sa. Un occhio attento alla città e a tutto quello che può essere motivo di conoscenza e di studio. Ho avuto la grande fortuna di accompagnarmi nel corso di questi trentadue anni con grandi collaboratori, grandi persone, dal grande spessore che mi hanno aiutata, hanno sentito proprio, questo progetto formativo. Sono riusciti insieme a me, a portare tanta ma tanta felicità ai bambini. Un bambino
felice sarà un adulto felice, cosa che purtroppo troppo spesso non si è capito. La scuola doveva essere e deve essere un luogo di accoglienza, un luogo felice dove nessuno dovrebbe mai piangere se non per le scaramucce con gli altri bimbi attraverso cui imparano le prime relazioni sociali, però mai perché un educatore si sia permesso di trattarti male o non ti abbia capito o non ti abbia voluto. Io credo che nel corso di questi 32 anni nel mio istituto da me gestito e fondato, questo non sia mai accaduto.”
Grazie alla prof.ssa Sommella per la cortese disponibilità.