“Lavoro ma vivo in auto”: l’allarme Caritas sull’emergenza abitativa in Alto Adige

12 Novembre 2025 - 14:39

“Lavoro ma vivo in auto”: l’allarme Caritas sull’emergenza abitativa in Alto Adige

L’emergenza casa in Alto Adige è sempre più drammatica. Non colpisce più solo chi vive in strada, ma anche chi ha un lavoro stabile. A denunciarlo è la Caritas di Bolzano, che lancia un grido d’allarme su una realtà ormai diffusa: sempre più lavoratori con stipendio fisso non riescono a permettersi un alloggio.

Il caso simbolo è quello di un postino neoassunto, con contratto a tempo pieno e reddito fisso, ma costretto a dormire in auto. Il giovane, arrivato da un’altra regione e senza appoggi familiari, si è rivolto alla Caritas chiedendo aiuto. “Ha un lavoro regolare, ma non trova un alloggio a prezzo accessibile e ora vive per strada”, ha spiegato Danilo Tucconi, responsabile dell’area Senzatetto e senza fissa dimora.

Ma non è un caso isolato. “Oggi faticano a trovare casa anche genitori single, anziani soli, lavoratori con redditi bassi e giovani senza famiglia”, racconta Beatrix Mairhofer, direttrice della Caritas di Bolzano. Le cause? Affitti alle stelle, pochi alloggi disponibili, case lasciate vuote o destinate al turismo e diffidenza dei proprietari verso gli affittuari.

Secondo la Caritas, per un appartamento di 70 metri quadri servono oltre 1.000 euro al mese. Per chi guadagna 1.500 euro, diventa impossibile vivere. “Molti che ci chiedono aiuto – spiega Mairhofer – hanno stipendi fino a 1.600 euro, ma devono mantenere una famiglia e non ce la fanno più”.

La situazione si riflette anche sui debiti. “Un terzo dei nostri assistiti chiede aiuto per morosità o costi abitativi troppo alti”, rivela Petra Priller, responsabile della consulenza debiti Caritas. Solo quest’anno, l’organizzazione ha speso oltre 66.000 euro per saldare affitti, bollette e spese condominiali arretrate.

Ogni giorno, raccontano gli operatori, ci sono persone che scivolano rapidamente nella povertà. “Basta poco per perdere la casa e finire in strada”, aggiunge la direttrice Mairhofer. “Una casa, però, è molto più di quattro mura: è il primo passo per ricostruire la propria vita”.

Infine, la Caritas ringrazia chi aiuta. “Senza la solidarietà delle persone, delle parrocchie e dei volontari, non potremmo garantire tanti dei nostri servizi. Ma la crisi abitativa è ormai una bomba sociale, e serve un impegno collettivo per fermarla”.

Oggi, in Alto Adige, anche chi lavora rischia di restare senza casa. È questa la nuova, inquietante faccia della povertà.