Nel corso di questa intervista, abbiamo l’opportunità di conoscere da vicino la storia straordinaria di Bennygreen, nome d’arte di Serena Benedetta D’anna. Da una vita segnata da sfide personali e una carriera bancaria convenzionale, Benny ha fatto una scelta coraggiosa e sorprendente. Lasciando alle spalle il mondo della finanza, ha abbracciato una nuova carriera nell’intrattenimento per adulti. Durante la nostra conversazione, Benny condivide con franchezza il percorso che l’ha portata a questa decisione e affronta le critiche che l’hanno accompagnata. Scopriremo insieme il suo punto di vista sulla libertà, la determinazione e l’importanza di essere autentici in un mondo che spesso richiede coraggio per sfidare le convenzioni.
Ci racconti la tua storia?
Mi chiamo Serena Benedetta D’anna, ma dal 2020 il mio nome è diventato Bennygreen. Non è solo un nome d’arte, è la personalità che avrei sempre voluto far emergere. Ho avuto una vita complessa: un’infanzia senza padre, il matrimonio di mia madre con Gramellini e quindi la parentela con il famoso giornalista, la mia anoressia che mi ha colpito a 21 anni e che mi stava portando alla fine, ma dalla quale sono uscita. Il rapporto inesistente e conflittuale con una madre anaffettiva, i miei sensi di colpa e l’inadeguatezza che avvertivo per una vita che non era la mia, la banca dove venivo mobbizzata, i disastri sentimentali… Per questo dico sempre che scegliere di cambiare vita e mostrare la mia parte ribelle e creativa non è stato un gesto avventato, ma derivava da una profonda introspezione che mi ha aiutato a fare pace con me stessa.
Nel 2020 ero ancora dipendente dal Credito Valtellinese e vivevo in Sicilia, madre single, un mutuo e uno stipendio ridicolo, così un po’ per gioco e un po’ per arrotondare decisi di aprire la famosa piattaforma OF. Ricordo che la scelta di diffidare, spronata da un fotografo romano per cui posavo come modella di glamour e nudo, mi dicevo che sarebbe stata un’occasione per mettere finalmente a frutto la mia propensione allo spettacolo, alla nudità e al mostrarmi. Mi raccontano sempre che già da bambina ogni palco, ogni luogo che mi mettesse al centro dell’attenzione, diventava il mio teatro. BENNY era nata per lo show! Fra l’altro ho sempre ritenuto che la nudità e l’eros fossero qualcosa di naturale di cui non vergognarsi e ho sempre osteggiato le mentalità bigotte e conservatrici. D’altro canto mi scontravo con i timori di essere giudicata, di essere emarginata e avevo mille paure per come la mia scelta avrebbe influito sui miei figli.
Ad un certo punto, poiché vivevo molto male il mio lavoro in Sicilia e mi sentivo parte di una vita che non era la mia, mi decisi ed aprii la piattaforma. Non posso dimenticare le reazioni: un turbinio di curiosità ed iscrizioni e nello stesso tempo quel senso appagatorio di libertà che mi pervadeva per aver fatto click nel tasto “iscriviti”. Ero online! Non so neppure io come, ma ho avuto la fermezza e la determinazione di affrontare le conseguenze. Nel contempo, il web si incuriosiva, venivo contattata da agenzie sui social che mi proponevano di diventare una sex worker a tutti gli effetti e cercavo di far luce su queste proposte.
Iniziai sempre più convinta con i miei primi show nei lap dance, ancora acerba ed impacciata, ma percepivo nello stesso momento la voragine silenziosa che si stava aprendo sotto di me in Crédit Agricole. Arrivò infatti il primo richiamo formale dell’istituto: “Signora D’anna, lei da oggi è sospesa dalla presenza in agenzia, senza retribuzione per immoralità e per le foto che circolano su di lei nel web… la invitiamo inoltre a dare le dimissioni così da non peggiorare la sua posizione”. Parole di fuoco scritte su un documento in carta intestata che mi davano molte sensazioni: umiliazione, ma sotto sotto libertà! Probabilmente credo non avrei mai avuto il coraggio di fare io la prima mossa e lasciare la banca… quale madre responsabile l’avrebbe fatto?! Quale donna di una certa cultura come me e con una formazione scolastica classica ed universitaria avrebbe fatto una cosa così avventata?! Il fatto di aver un po’ subìto l’azione mi dava l’alibi mentale di non aver dovuto prendere la decisione ed sotto sotto mi faceva sorridere. Sapevo che non sarebbe finita lì. C’era un silenzio omertoso attorno a me ed io cominciavo con piacere a realizzare che avrei potuto finalmente cambiare vita. Nel gennaio 2021 arrivò infatti la lettera di licenziamento con effetto retroattivo! Ero fuori dalla banca ma era nata Bennygreen! Da lì subito un turbinio di eventi: l’uscita del mio primo porno “La Bancaria”, l’attenzione dei media, la TV, i giornali. Ero riuscita nel mio intento, cioè dare un calcio al passato ai miei timori, a mia madre ed ai sensi di colpa.
Com’è stato passare da un lavoro molto statico a uno così dinamico?
Il passaggio e il cambio di lavoro sono stati veloci e così tanto vorticosi da non permettermi di riflettere molto. Ciò che avverto è che tutto è stato naturale come se lo avessi sempre fatto. Durante le riprese della mia prima scena mi sentivo perfettamente a mio agio. E durante le esibizioni nei night club, dove il pubblico imparava a conoscermi, mi dava una soddisfazione immensa. Oggi, nel 2023, nel terzo anno della mia attività, ho preso molta consapevolezza dei rischi, delle difficoltà e del modus operandi di questo mondo, anche grazie all’aiuto di un’agenzia (la Fantasy Studio Agency che voglio citare e ringraziare) che mi ha permesso di diventare una professionista del settore. Come dico sempre, prima ero dipendente, adesso sono una normale libera professionista con partita IVA e che paga le tasse, la cui azienda è il suo corpo e la sua immagine. Essere una sex worker non è solo divertimento. È impegno, sacrificio, notti insonni, viaggi continui, cura dei social a 360 gradi e della propria immagine mediatica ed aspetto fisico. Bisogna avere sempre idee nuove, fronteggiare il pubblico sia affettuoso che polemico. Insomma è un continuo mettersi a nudo, anche in senso metaforico.
Molte persone hanno criticato la tua scelta da diversi punti di vista. Cosa ne pensi di queste critiche?
Parlando della mia professione nella domanda precedente, credo di aver già fatto capire quanto reputi seria questa attività. La critica che più facilmente mi sento muovere è che sono una madre e dovrei pensare a come i miei figli reagiranno. Rispondo sempre in modo onesto: facendo questo cambio radicale di vita ho dovuto ovviamente renderli partecipi dei mutamenti, sia logistici sia nell’organizzazione della settimana, e sotto consigli di educatori scolastici ho cercato di somministrare l’input in modo graduale ai bimbi. “Signora, ne parli lei ai ragazzini del suo nuovo lavoro, sarà meglio sentirle le sue parole che scoprirlo dal web in modo traumatico”, così mi dissero e così ho fatto. Devo ammettere che ad oggi loro sono perfettamente a conoscenza della mia professione, ne capiscono i sacrifici e la serietà e per questo sono due ragazzini sereni. Cerco di crescerli come degli adulti liberi di mentalità e rispettosi delle scelte altrui, scevri dai pregiudizi sociali.
È stato difficile rinunciare al “posto fisso” per avventurarsi in questo nuovo percorso?
Rinunciare allo stipendio fisso, come per ogni libero professionista, è un piccolo salto nel buio. Si rinuncia all’impiego sicuro, immutabile e alla pensione… Ma chi dice che ciò che è sempre invariato sia positivo?! Nel mio settore, come in ogni azienda, bisogna fare marketing e qui il prodotto sono io.
La mia formazione scolastica ed educativa (unica nota positiva che mi ha trasmesso mia madre ed il mio fratellastro, il noto giornalista Massimo Gramellini) mi permette di reputarmi abbastanza intelligente per calcolare pro e contro. Pecco di presunzione, ma so di essere una mosca bianca per questo fra le mie colleghe dell’hard…Ti faccio una confessione, credo che siano altrettanto in gamba due mie note colleghe che stimo: Malena e Priscilla Salerno.
Quali sono gli aspetti che trovi più stimolanti di questa nuova avventura?
La cosa che reputo più stimolante? Salire sul palco fra l’acclamazione del pubblico e vedere l’attenzione che mantengono per i miei 30 minuti di show. Mi dà molta soddisfazione anche essere ormai sempre riconosciuta in giro per le città dai fan affettuosi che mostrano verso di me molta stima. Credo che sia fondamentale essere gentile con loro e sorridente. Noi showgirls senza i fan non saremmo nulla.