Ieri, Sofia Mancini, una ragazza di 20 anni, è stata trovata morta in un’auto accartocciata in fondo a un burrone, insieme all’amico Francesco D’Aversa (24 anni) che conduceva l’auto.
I due stavano tornando da una serata in discoteca a Verona. Probabilmente, un incidente stradale ha portato fuori strada Francesco, che stava riaccompagnando Sofia a casa.
Dopo l’uscita dalla discoteca lunedì 17 ottobre, non si avevano più notizie. Una task force si è messa alla ricerca dei due. Ricerca che dopo pochi giorni si è conclusa con il ritrovamento dei ragazzi in una Fiat 500 distrutta.
“Si era diplomata all’Istituto agrario di San Floriano. Stava pensando di iscriversi a Biologia all’università. Era tornata a casa da quindici giorni, dopo esser stata a lavorare per tre mesi come fotografa in un resort in Sicilia. È stato in queste due settimane che ha conosciuto questo gruppo di nuovi amici”, ricorda il papà di Sofia.
“L’auto non era a punto, in discoteca l’ha accompagnata il fratello Lorenzo”. La discoteca è l’Amen, sulle colline delle Torricelle. “L’ha lasciata lì, con Francesco D’Aversa e altri amici”.
E continua: “Mia figlia era una brava ragazza, piena di vita, era anche ancora un po’ bambina e ingenua. Aveva tutta la vita davanti, e ora non c’è più”.
Il dolore di un padre che perde una figlia non si può esprimere a parole. “Sono sconvolto. Non sto capendo niente, in questo momento”.