“Ciò che più mi addolora è che tutti hanno fatto foto e video e nessuno li ha salvati. Nessuno. Potevano forse salvarli. Non era importante fare i video” .
Così la mamma di Patrizia Cormos, la ragazza morta dopo essere stata travolta dalla piena del Natisone, a Premariacco (Udine), in una intervista rilasciata a Il Messaggero Veneto.
La mamma di Patrizia Cormos: ‘Ha chiamato più volte il 112 ed ha detto di farmi contattare’
“Lei era andata a fare una passeggiata, ha chiamato più volte il 112 (l’ultima senza risposta come poi hanno riferito gli inquirenti).
Ha lasciato il suo nome, l’indirizzo ed ha detto ‘Chiamate mia mamma’” – ha aggiunto. “Era un angelo studiava tanto e lavorava per mantenersi.
Dopo l’esame all’Accademia, sostenuto proprio venerdì mattina, mi ha chiamata e mi ha detto ‘sono stata bravissima, ho saputo tutto’”.
Nel frattempo è stato aperto un fascicolo di inchiesta contro ignoti per omicidio colposo come riferito dal Procuratore della Repubblica di Udine, Massimo Lia, in conferenza stampa.
“Per procedere bisogna configurare responsabilità di tipo omissivo, non commissivo.
Condurremo tutti gli accertamenti del caso – ha aggiunto -, per accertare se i soccorsi sono stati tempestivi.
Mi preme, però, segnalazione che, allo stato attuale, non ci sono elementi specifici che ci fanno andare in questa direzione, ma le verifiche sono in fase iniziale. Esiste, in natura, anche la tragica fatalità” – ha aggiunto.
Aperta inchiesta contro ignoti per omicidio colposo, il Procuratore di Udine: ‘In natura esiste anche la tragica fatalità’
“Gli accertamenti sulle salme, la dinamica dei fatti, la documentazione che tutti abbiamo visto e l’esame esterno compiuto dal medico legale sui corpi, corrispondono, con ragionevole. certezza, di individuare la causa del decesso nell’asfissia da annegamento e traumi vari.
Si è ritenuto, dunque, sufficiente l’ispezione cadaverica esterna, anche per riconsegnare le ragazze ai famigliari, per procedere con il rito funebre” – ha spiegato il procuratore.
“Tutto è stato acquisito, compreso il cellulare della ragazza, che è ancora utilizzabile. I genitori non hanno formulato per ora richieste specifiche.
Abbiamo già ascoltato tutti i testimoni, compresi i familiari e dalla Romania non è pervenuta nessuna istanza”.
Le due ragazze in abito da sposa nella camera ardente al cimitero urbano di San Vito
Strazio e commozione all’apertura della camera mortuaria allestita nella Casa Funeraria Mansutti al cimitero urbano di San Vito, a Udine.
Le due ragazze sono state vestite da sposa secondo la tradizione del loro Paese di origine.
Resteranno fino a mercoledì 5 giugno alle 16 quando sarà celebrato un momento di preghiera da due sacerdoti, uno ortodosso e uno cattolico a simboleggiare l’unione nella preghiera di fedi diversi