La terra continua a bruciare, almeno 50 morti: fiamme inarrestabili
Le fiamme che attanagliano la California continuano a mietere vittime, a distruggere case, ad alimentare nuove paure come quelle di contaminazioni chimiche o nucleari. Non si spengono neppure le polemiche. Alcune star attaccano il presidente Donald Trump per aver messo sotto accusa le politiche ambientali delle autorità locali, ignorando i cambiamenti climatici. Ed è salito a quota 50 il bilancio delle vittime. Per ora si contano 48 morti provocati dall’incendio ribattezzato Camp fire, nel nord dello Stato. Altri due causati dal Woolsey Fire, più a sud, nella contea di Los Angeles.
Gli sfollati invece sono già oltre 50 mila. Le case distrutte ammontano a 6400, cui si aggiungono altri 435 abitazione al sud, tra cui le ville di molti vip. In particolare a Malibù, che rimane sotto l’ordine di evacuazione. Le fiamme, alimentate dai venti che si abbattono su una vegetazione inaridita a causa della prolungata siccità, hanno bruciato 505 mila km quadrati al nord e altri 378 al sud. I vigili del fuoco sono riusciti a contenere finora solo il 30% del fronte di fuoco, rallentando la sua corsa verso Oroville, cittadina di 19 mila abitanti, dopo che ha già inghiottito Paradise, a nord di Sacramento, capitale della California.
Una vera e propria emergenza, con danni stimati in decine di miliardi di dollari, tanto che il presidente si e’ affrettato ad approvare una dichiarazione di disastro per la California, “per alleviare alcune delle incredibili sofferenze in corso”. Una mossa che non è servita a cancellare le polemiche per la accuse lanciate da Trump contro la gestione del patrimonio boschivo locale.