La Supercoppa è andata. Amen. Qualche rimpianto, qualche errore che ha condizionato il risultato finale c’è stato. Forse gli azzurri avrebbero potuto e dovuto osare di più.
Ma Gattuso ha detto che hanno fatto tutto quello che gli era stato detto di fare. Il tecnico calabrese si è preso le sue responsabilità e, come al solito, non ha cercato alibi.
Non è stata la Juve a vincere, quanto piuttosto il Napoli a perdere. Ha giocato con poco coraggio, senza rischiare alcunché. Eppure, si è visto, bastava poco per mettere in crisi una Juve timorosa e impaurita dopo la scoppola di San Siro.
Ringhio l’ha capito troppo tardi. Fa niente. Ora testa solo al campionato che resta obiettivo primario. Al Napoli, come ultima gara del girone di andata, tocca il Verona.
Squadra scorbutica quella di Juric. Segna poco ma subisce anche pochi gol. Un mix di gioventù ed esperienza tra giovani interessanti e di prospettiva e vecchietti pericolosi e scaltri.
Mancherà Veloso, fuori per infortunio, mentre Kalinic sarà al centro dell’attacco a fare la boa. Juric col suo 3-4-2-1 promette battaglia. Attenzione a Zaccagni, trequartista di buona tecnica e discreto finalizzatore.
E’ nel mirino della società di De Laurentiis da tempo. Da capire se è l’uomo giusto per una produzione di successo, adattabile in un ruolo non previsto da Gattuso, e pronto per esaltare una piazza esigente e calda come quella napoletana.
Con lui, nella zona nevralgica del campo, agiscono due tipetti di gamba come Barak e Lazovic e la giovane promessa Ilic. Bakayoko e Demme sono avvertiti.
La squadra di Juric pratica un calcio moderno senza fronzoli. Si muovono tutti senza dare punti di riferimento, si cerca subito la verticalizzazione. Un Napoli poco reattivo potrebbe pagare pedaggio pesante.
L’augurio è che il campionato venga visto in ottica Champions, quindi con la stessa voglia e la carica agonistica mostrate contro la Fiorentina. Chiudere a 37 punti il girone di andata, con una partita da recuperare, non è malissimo.
Peccato per i troppi punti persi in casa. Ma chi più e chi meno tutte le grandi hanno accusato battute a vuoto. Verona è tappa fondamentale. Tutti devono remare nello stesso senso. Insigne deve tornare a essere il leader.
E Zielinski deve riemergere dopo il vuoto di Reggio Emilia, dove ha perso visione di gioco per la nebbia bianconera che l’ha avvolto. Gattuso alzi l’asticella degli obiettivi.
C’è bisogno di vivacità, di allegria, di sorrisi. Sono bastati tre giorni al tecnico e agli azzurri per ricaricare testa e gambe? Speriamo di sì. Contro la squadra di Juric guai a lasciar loro la difesa ben coperta e le ripartenze letali.
Tocca al Napoli fare la partita, ma senza scoprirsi. Se deve essere lotta di vertice, sfidando le milanesi, la Juve, l’Atalanta e le due romane, a Verona il Napoli non può fallire.
Sergio Curcio