La stuprano in gruppo e le tatuano il corpo di oscenità. Il dramma di una 17enne

3 Ottobre 2019 - 10:45

La stuprano in gruppo e le tatuano il corpo di oscenità. Il dramma di una 17enne

La stuprano in gruppo e le tatuano il corpo di oscenità. Il dramma di una 17enne

Non solo l’umiliazione di essere stata stuprata. Anche il terribile ricordo impresso sulla pelle per sempre: una svastica nella mano destra, scritte oscene incise su tutto il corpo, i segni delle bruciature di sigarette e il trauma delle violenze sessuali continuate per quasi due mesi. E’ l’orribile esperienza vissuta da Khadija, una marocchina di 17 anni, rapita da un gruppo di almeno 10 uomini e sottoposta a torture e abusi di ogni tipo. La ragazzina ha trovato il coraggio di raccontare quanto le è successo e la sua vicenda sta suscitato rabbia e indignazione in tutto il Marocco.

“Mi hanno tenuta prigioniera per circa due mesi. Mi hanno violentata e torturata”, ha rivelato la diciassettenne ad una televisione locale, mostrando le cicatrici e i tatuaggi con i quali i suoi aguzzini hanno voluto sfregiare il suo corpo. Il rapimento è avvenuto a metà giugno quando Khadija si trovava a casa di una zia a Oulad Ayad, una piccola città del centro del Marocco a 150 chilometri da Marrakech. Secondo quanto ha dichiarato la giovane donna, dopo il suo rapimento è stata portata in una casa di proprietà di uno dei sequestratori.

La stuprano in gruppo e le tatuano il corpo di oscenità. Il dramma di una 17enne

“Mi hanno tenuta prigioniera per circa due mesi. Mi hanno violentata e torturata”, ha rivelato la diciassettenne ad una televisione locale, mostrando le cicatrici e i tatuaggi con i quali i suoi aguzzini hanno voluto sfregiare il suo corpo. Il rapimento è avvenuto a metà giugno quando Khadija si trovava a casa di una zia a Oulad Ayad, una piccola città del centro del Marocco a 150 chilometri da Marrakech. Secondo quanto ha dichiarato la giovane donna, dopo il suo rapimento è stata portata in una casa di proprietà di uno dei sequestratori.

Lì, Khadija ha vissuto un’esperienza orribile: è stata venduta per denaro ad almeno altri 10 uomini che non hanno esitato a violentarla e seviziarla. “Ho cercato di scappare più volte – ha raccontato la ragazzina – ma sono stata catturata e picchiata, mi hanno torturato in ogni modo, non mi davano niente da mangiare o da bere. Non mi era permesso neanche fare la doccia”. Dopo quasi due mesi di prigionia, i suoi sequestratori l’hanno lasciata andare e Khadija ha trovato la forza di denunciare alla polizia gli abusi subiti.
“Voglio giustizia. Devono pagare per quello che mi hanno fatto”, ha detto. “Non li perdonerò mai, mi hanno distrutta”. La sua testimonianza ha scatenato la rabbia in tutto il Marocco: su Twitter è stato lanciato l’hashtag “siamo tutti Khadija” e una petizione su change.org ha raggiunto in pochi giorni oltre 13mila firme per chiedere al re Mohammed VI di fornire a Khadija assistenza medica e psicologica per aiutarla a superare il trauma.
Nel frattempo, secondo quanto riportato dalla stampa marocchina, la polizia avrebbe arrestato otto uomini sospettati di essere gli autori delle violenze e gli agenti sarebbero sulle tracce anche di altri cinque componenti della banda di sequestratori. Grazie alla mobilitazione sui social, un gruppo di attivisti e tatuatori in Tunisia si è offerto di rimuovere gratuitamente le incisioni dal corpo della ragazzina. (Caffeina)