Caro vita e crisi energetica, lavoro, pensioni e giovani, pace fiscale e flat tax, sicurezza e immigrazione clandestina. Gianluca Cantalamessa, deputato Lega-Salvini Premier candidato capolista al Senato nel collegio Campania P02 alle prossime elezioni Politiche del 25 settembre, non ha dubbi, “contano i fatti e la concretezza” e spiega che “come Lega nel 2018 abbiamo fatto solo quattro manifesti, contrasto all’immigrazione clandestina, stop alla Legge Fornero, promozione della Flat Tax e tutela della legittima difesa, realizzando tutti e quattro i punti in 18 mesi. Vedo una relazione tra i sondaggi che danno in vantaggio il centrodestra e i motivi dell’astensione: gli italiani chiedono alla politica pragmatismo, coerenza e serietà, una conseguenzialità tra le promesse e la loro realizzazione. L’astensionismo – prosegue – è causato dalla poca credibilità di alcuni partiti politici perché vengono puntualmente meno agli impegni assunti con gli elettori”.
E se la campagna elettorale stia probabilmente trascurando le istanze dei giovani interpretando poco la visione di profondità e di futuro, Cantalamessa ribadisce ancora una volta che “contano i fatti, quota 100 in quattro anni ha permesso l’entrata in vigore di 400mila pensioni ed altrettante assunzioni di giovani, mentre con quota 41 che proponiamo nel programma Lega, 800mila persone potranno andare in pensione dopo 41 anni di lavoro nei prossimi tre anni, con un costo di 4 miliardi per il primo anno, e l’assunzione di altrettanti ragazzi non più con contratti a termine ma in modo stabile affinché possano affermare il loro merito e programmare la vita futura”.
Sul caro energia che colpirà il paese in autunno, Cantalamessa si esprime in questi termini: “in Italia proponiamo un tetto al prezzo di vendita finale del 4% per impedire un ulteriore aumento a danno di imprese e cittadini, una misura che avrebbe un costo di 25 miliardi rispetto a quello di 8 miliardi sostenuto dalla Francia in quanto produttrice di nucleare. Noi abbiamo un problema congiunturale acuto sulla crisi energetica che si poggia su una questione cronica del.nostro Paese dove non abbiamo termovalorizzatori né nucleare mentre su 1.300 impianti di estrazione di metano 500 sono attivi e 800 fermi a causa di forze politiche nel centrosinistra che dicono di no a tutto”.