Con l’arrivo dell’estate iniziano a circolare le solite notizie inesatte sulla pelle e sull’abbronzatura:
Ma è vero che con la protezione solare non ci si abbronza?
Per rispondere a queste domande ci aiuta la fondazione Umberto Veronesi, pioniera nella divulgazione di informazioni corrette riguardo i tumori. La protezione solare non è mai completa, anzi se dovessimo stimare una percentuale potremmo dire con sicurezza che filtra solo una bassa percentuale di raggio solari. Quindi, anche applicando correttamente, frequentemente e abbondantemente la crema solare (cosa che, diciamoci, non avviene mai) comunque i raggi solari che passano permettono di stimolare la produzione di melanina dai melanociti e l’abbronzatura. Per questo motivo, suggeriamo di applicare sempre un filtro solare alto come 50 o 30, perché per le quantità che vengono applicate solitamente, la protezione che ci dà non è mai una vera 50 o 30.
È vero che con la protezione solare non si produce la vitamina D?
Questo è un altro falso mito collegato a quello precedente. In realtà, poiché i raggi solari passano, la vitamina D viene prodotta. Infatti bastano 20 minuti di esposizione solare con vestiti al giorno per produrre la vitamina D. Potete ben capire quindi che passare tre mesi in costume sotto al sole tutta la giornata, anche con una proiezione 50, ci permette di produrre abbondante vitamina D.
Il nostro consiglio è quindi di proteggerci sempre dal sole con una protezione alta. Inoltre, è importante sottoporsi a un controllo dermatologico per assicurarsi che nei ed altre macchie della pelle non siano qualcosa di cui preoccuparsi.
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