Dopo l’esposto presentato dal giornalista Ezio Gavezzani, la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta su persone, anche italiane, che avrebbero pagato per unirsi ai cecchini che sparavano sui civili durante l’assedio di Sarajevo.
Attualmente sembrerebbero coinvolti tre italiani, rispettivamente di Milano, Torino e Trieste, anche se non formalmente indagati. Secondo le ricostruzioni, si tratterebbe di veri e propri weekend organizzati con tanto di volo fino a Belgrado per poi proseguire verso Sarajevo.
A supportare l’indagine anche l’esposto di un membro dei servizi segreti bosniaci. Secondo quanto raccontato, all’epoca sarebbe stato anche allertato il SISMI, il servizio segreto estero del nostro Paese, che avrebbe poi interrotto la possibilità di questi viaggi all’inizio del 1994.
Ora, le indagini si concentrano sull’individuare, negli archivi, prove di quanto raccontato.
Importante elemento è la testimonianza fornita al Tribunale dell’Aja nel 2007 da John Jordan, un pompiere americano che in quegli anni faceva da volontario a Sarajevo e che ha raccontato di aver notato dei cecchini stranieri. Il volontario ha raccontato anche diverse dinamiche dell’attività di questi cecchini, tra cui lo sparare “alla ragazza più bella” nonché a bambini.
Il giornalista Ezio Gavezzani avrebbe scritto la sua inchiesta, da cui sarebbe nato l’esposto, dopo aver visto il documentario Sarajevo Safari”, di Miran Zupanic. Così avrebbe poi raccolto diverse testimonianze ora utili ai fini delle indagini.
Fonti: FanPage; Avvenire