Un risultato che, fino al giorno prima, ha lasciato tutta l’Europa col fiato sospeso ma l’ufficialità è arrivata il 29 settembre: alle elezioni parlamentari della Moldavia il partito filo-UE ha vinto con oltre il 50% delle preferenze.
Il partito d’Azione e Solidarietà (PAS), guidato dalla presidente Maia Sandu e che detiene la maggioranza parlamentare dal 2021, ha vinto contro il principale antagonista ossia il Blocco Patriottico (Blocul Patriotic), filo-russo, che ha ottenuto il 24,26% dei voti. Secondo la proiezione geografica dei voti, il PAS ha vinto soprattutto nelle città e nei grandi centri abitati della parte occidentale del Paese, mentre il Blocco Patriottico ha preso più voti nella zona orientale e nelle zone di campagna. La presidente Sandu ha commentato “Dalle elezioni un mandato forte per adesione a UE”.
“La Russia non è riuscita a destabilizzare il Paese” è stato il commento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky aggiungendo “ha vinto l’idea dell’Europa”. Dmitry Peskov, portavoce di Vladimir Putin, ha invece sottolineato che ci sono forze politiche in Moldavia che hanno denunciato “possibili violazioni”.
Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha dichiarato: “La nostra porta è aperta”.
La Moldavia aveva presentato ufficialmente richiesta di adesione all’UE nel 2022.
Con un referendum del 2024, il 50,4% dei cittadini si è dichiarato a favore dell’adesione. Nelle settimane precedenti al voto, diverse sono state le segnalazioni e le denunce di ingerenza russa per influenzare il voto. Una cosa è certa: il futuro della Moldavia, paese piccolo ma geograficamente sospeso tra i Paesi UE e la Russia, era sotto lo sguardo apprensivo di entrambe le parti potendo rappresentare un alleato strategico in uno scenario geopolitico sempre più frammentato.
Fonti: Ansa, RaiNews24