“Vogliamo portare idee nuove, anche con un’azione di lungo respiro, non guardando solo alle scadenze immediate, come ormai è diventata abitudine della politica”.
Questo l’inizio dell’intervista della neo ministra della Famiglia, Natalità e pari opportunità,Eugenia Roccella.
Poi ha spiegato: “Sono le donne che fanno i figli se oggi rinunciano a farli, bisogna chiedersi perché. È crollato il desiderio di maternità? No: le indagini in merito ci dicono che il desiderio è sempre più o meno lo stesso, ma si preferisce rimandarne la realizzazione e magari alla fine lasciar perdere. E questo perché la scelta di fare un figlio ricade tutta sulle donne, che hanno difficoltà a fare carriera, ad avere una vita sociale, a esprimere pienamente le proprie potenzialità”.
Prosegue: “nel complesso, avere un figlio può essere un percorso a ostacoli, qualcosa che è visto come impedimento al lavoro e alla realizzazione di sé: noi vogliamo rovesciare questa prospettiva con i fatti”. Guai a chi afferma che le politiche del nuovo governo tenderanno a vietare i diritti, ma “semmai di ampliarli. Nessuno a sinistra pensa al diritto delle donne di essere madri senza rinunce troppo gravose? Nessuno a sinistra si accorge che il vecchio slogan femminista “maternità come libera scelta” è totalmente disatteso? Sono attacchi puramente strumentali”.
Una delle questioni più dibattute nelle ultime ore, dopo l’ufficializzazione del suo mandato, riguarda l’aborto. Durante l’ultima campagna elettorale aveva infatti ripreso la sua storica battaglia contro la legge 194, dichiarando: “Sono femminista, l’aborto non è un diritto”.
Nell’intervista pubblicata questa mattina ha dichiarato: “Vorrei chiarire che le politiche sull’aborto non hanno nessun contatto con quelle per la natalità. Diminuire il numero di interruzioni di gravidanza non serve ad aumentare il numero di nati: fra abortività e natalità c’è una proporzione che è sempre più o meno la stessa. Sull’aborto esiste una legge che nessuno ha mai messo in discussione (io non l’ho mai fatto, e Meloni in campagna elettorale è stata molto chiara su questo punto) la cui applicazione è affidata alle regioni. La verità è che oggi la legge non è attaccata dalla destra, ma dalla sinistra che vorrebbe smontarla, come ha fatto con la legge 40, e vuole farlo senza passare dal Parlamento. Si vuole arrivare all’aborto a domicilio, con la pillola Ru486, abolendo l’obiezione di coscienza e l’obbligo di legge, di eseguire gli interventi in strutture pubbliche, con le relative garanzie sanitarie per le donne. Parlo in via generale, perché la competenza sulla legge 194, come è noto, è in capo al ministero della Salute, non riguarda il mio mandato politico, e l’applicazione della legge è affidata alle regioni”.