La famiglia di Gennaro Giordano, suicida a 39 anni: “Discriminato perché gay, indagate”

2 Dicembre 2024 - 17:25

La famiglia di Gennaro Giordano, suicida a 39 anni: “Discriminato perché gay, indagate”

È passato un anno dalla morte di Gennaro Giordano, 39enne di Napoli. Il 2 dicembre dello scorso anno Gennaro si lanciò nel vuoto, togliendosi la vita poiché vittima di pressioni psicologiche sul luogo di lavoro. Le discriminazioni che il 39enne subiva in quanto omosessuale avevano generato in lui una profonda depressione. Grazie alla denuncia sporta dal padre, la procura di Torre Annunziata, città dove Gennaro lavorava, sta indagando sul caso.

L’ipotesi che le vessazioni siano state la causa scatenante del suicidio, fa sapere Il Mattino, è avvalorata dal contenuto delle 5 lettere lasciate dal giovane, ritrovate dopo l’insano gesto. Nelle missive, Gennaro Giordano parla chiaramente dei soprusi verbali a cui era costretto a lavoro, facendo anche i nomi dei colleghi che lo avrebbero discriminato. Delle pressioni erano accusate, in particolare, due donne, al vertice della gestione del centro commerciale presso cui lavorava, e alcuni responsabili delle risorse umane. Gennaro spiega che questi ultimi lo avrebbero obbligato inoltre a svolgere dei compiti “fuori mansione”, per il quale non era stato neanche retribuito. Al suo rifiuto, il 39enne sarebbe stato bersaglio di “contestazioni lavorative” a scopo di ritorsione, a suo dire.

Con il cambio del responsabile, le cose erano addirittura peggiorate. “Lui perseguita tutto ciò che non rientra nel suo bigottismo, per lui donne e omosessuali sono esseri inferiori, mi sento prigioniero in questa vita” scrive Gennaro.

Il fratello Antonio ha voluto comunicare tutto il suo rammarico per l’immobilismo delle indagini, ormai ferme a un punto morto a un anno dal suicidio. “Voglio che mio fratello abbia giustizia. […] Dopo indagini, denunce, testimonianze c’è il rischio che la morte di Gennaro resti impunita”. Antonio ha parlato anche del mobbing, citato da Gennaro nelle sue lettere. “Quando si infortunò a un ginocchio lo minacciarono di licenziamento, se non fosse rientrato subito. Subiva violenze psicologiche.”

Nel frattempo, l’analisi del cellulare e dello Smart Watch del 39enne ha portato a passi avanti nella ricostruzione dei fatti.

Fonte: Fanpage.it; Open

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