Sono passate da poco le 12 di domenica 23 maggio, quando, in una telefonata drammatica, l’operatore del 118, una donna, comunica ai carabinieri: “E’ caduta una cabina della funivia
Stresa-Mottarone”. Nell’audio della telefonata tra il 118 e i carabinieri emerge grande confusione, con i primi soccorritori disorientati dalle poche informazioni disponibili in quel
momento. Regna l’incertezza nei minuti successivi all’incidente della funivia del Mottarone. Queste le parole ai carabinieri di Verbania quanto è appena accaduto. «È il 118,
salve. Stiamo mandando un pò di mezzi, quelli che riusciamo a recuperare. Non so se vi hanno detto, a Stresa pare sia caduta una cabina… aspetti, scusi un attimo…. si è schiantata una
cabina… è caduta una cabina alla funivia di Stresa». Le notizie sono ancora frammentarie, il momento è concitato, ma i nervi sono saldi. Ci sono delle persone da soccorrere ed è questa la
priorità dell’operatrice del soccorso e del carabiniere dall’altra parte della cornetta. La conversazione dura meno di tre minuti ed è spesso interrotta. L’operatrice del 118 cerca
maggiori informazioni, il carabiniere impartisce le prime istruzioni alle pattuglie. «Sto mandando la medicalizzata, mando l’elicottero… ok, mandiamo la medicalizzata
e i vigili del fuoco», dice la donna ai colleghi della centrale. «Ma è sopra, in cima al Mottarone, quindi?», chiede. «È sopra in cima…» «Alpino o Mottarone?» chiede il carabiniere.
«Mi dicono in cima al Mottarone – è la risposta – che casino che casino…». Quel «che casino» è l’unica concessione all’emozione del momento. «Aspetti un attimo…», chiede la donna per
ottenere altre informazioni. La pausa serve al militare dell’Arma per mettersi in contatto con le pattuglie. «Nor da Verbania, nor. Vai verso Stresa poi ti dico». «Stresa da centrale, stai lì in
zona che appena so dove è successo ti dico. Un attimo che ho il 118 in linea». Un attimo dopo arrivano le prime indicazioni dell’operatrice: «inizio a mandarvi lì, ma stiamo cercando di
capire perché pare che la cabina sia caduta in mezzo al bosco, ma non sappiamo di preciso dove. Pare non sia raggiungibile da terra», dice con le parole sempre più veloci una dopo l’altra.
«All’interno c’erano almeno sei persone, non si sa le condizioni, sicuramente sono gravissimi. La devo salutare perché devo gestire tutto l’intervento». «Ok, appena possibile mi fate
sapere a che altezza?», è la preoccupazione del carabinieri. «Assolutamente si», la risposta del 118. La conversazione a questo punto si interrompe, ma la macchina dei soccorsi è già in moto. Nonostante la prontezza
dell’intervento e della grande professionalità di tutte le persone impiegate, la tragedia si è ormai consumata. Solo il piccolo Eitan, di cinque anni è sopravvissuto a quel terribile volo. Per il resto dei 14 passeggeri non c’e’ stato nulla da fare.