Domenica 6 Novembre, a Giugliano in Campania si è tenuta la manifestazione per la ricorrenza del 4 Novembre: Festa dell’Unità Nazionale e giornata delle Forze Armate. Durante la cerimonia vi è stato il conferimento della Medaglia d’Argento al Merito Civile concessa alla città di Giugliano. Copiosa è stata la presenza di Autorità Civili, Militari e Religiosi, delle Forze Armate del territorio e dei cittadini, che hanno accolto la manifestazione promossa da anni anche grazie all’impegno del Generale Ciro Ciccarelli.
La cerimonia ha avuto inizio con la celebrazione della Santa Messa in suffragio dei Caduti per la Patria, per poi proseguire con un corteo fino all’arrivo in Piazza Municipio ove si è tenuta la cerimonia dell’ alzabandiera e il Sindaco dott. Nicola Pirozzi ha apposto al gonfalone della città di Giugliano la Medaglia d’Argento al Merito Civile.
Durante la cerimonia sono stati chiamate ad intervenire le rappresentanze di tutte le realtà del territorio e delle varie istituzioni, per ricordare i caduti in guerra, il Milite Ignoto e i 13 Martiri fucilati in Piazza Annunziata, piazza in cui si è tenuto l’ultimo momento della manifestazione .
Tra gli interventi vi è stato un momento significativo in cui il concittadino attore Fabio Pezzurro ha interpretato delle “Cartoline dalla Trincea” di cui ne riportiamo una di seguito:
Cartolina Postale del 25 marzo 1916
Caro babbo, non so se avete ricevuto nessuna mia. Io ho scritto molte volte; appena vi giunge il mio indirizzo rispondetemi. Scrivetemi molto perché desidero di leggere molto. Questa notte sono stato per la prima volta in trincea. Te lo figuri, tuo figlio davanti al nemico di notte mentre infuria la tormenta? eppure ti dico che non ho avuto freddo; e poi per la grandezza d’Italia sapremo sopportare ben altre cose…
In rappresentanza dei giovani cittadini di Giugliano è intervenuta la studentessa Giusy Luminoso che ha riportato l’attenzione dei presenti su un continuo parallelismo tra presente e passato, dando spazio al pensiero dei giovani, e cosi dice:
“Oggi facciamo memoria di un’Italia unificata in un periodo storico in cui con fermezza possiamo affermare che manca quella unitarietà a cui tanto i nostri caduti in guerra hanno aspirato.”
La studentessa poi muove una critica, e continua:
”Che cosa stiamo facendo noi per non far andare “a pezzi” il nostro paese? Perché la memoria del male non riesce a cambiare l’umanità? A che serve la memoria? (Primo Levi). Ed il nostro contributo, se non recitare una lagna infernale, qual è?”
E con un riferimento ad un discorso di Giovanni Falcone, conclude così:
“Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così, solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è, allora, che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare.” Ecco, allora mi assumo la responsabilità di affermare che per noi giovani, così come per tanti adulti che come noi hanno speranza, la memoria del bene è riscatto, e non facciamo in modo che quel bene e quelle vite vadano sprecate.”