“La Chirurgia Robotica si insegna a Napoli”
Il 3 e 4 luglio al II Policlinico – Università Federico II (via Pansini, 5 – edificio 6) si svolgerà il Corso internazionale Spotlight on Robotic Surgery
Il 3 e 4 luglio al II Policlinico – Università Federico II (via Pansini, 5 – edificio 6) si svolgerà il Corso internazionale Spotlight on Robotic Surgery
Il Corso di Chirurgia Robotica patrocinato dalle più prestigiose Società scientifiche del settore nazionali ed internazionali a Napoli
per due giorni. Il 3 e 4 luglio al II Policlinico – Università Federico II (via Pansini, 5 – edificio 6) si svolgerà il Corso internazionale Spotlight on Robotic Surgery. Presidente il
professore Giovanni Domenico De Palma, coordinatore il professore Marco Milone.
La Società Italiana di Chirurgia (SIC), la
La Società Italiana di Chirurgia (SIC), la
Società Italiana di Chirurgia Endoscopica e Nuove Tecnologie (SICE) e la Clinical Robotic Surgical Association (CRSA) patrocinano
l’evento che si propone di fornire a chirurghi provenienti da tutto il territorio nazionale un aggiornamento educazionale
con interventi chirurgici in diretta, relive di interventi chirurgici e relazioni magistrali sull’argomento. Nella Faculty i chirurghi più
esperti e maggiormente riconosciuti nel panorama nazionale ed internazionale della chirurgia robotica.
“Il fatto – dichiara il Presidente del Corso, il professore Giovanni Domenico De Palma – che chirurghi da tutto il territorio nazionale
scelgono Napoli per imparare la Chirurgia Robotica manifesta l’eccellenza della Chirurgia dell’Università Federico II di
Napoli e si fa testimonial di una dovuta inversione della migrazione sanitaria nord-sud”.
“Attualmente – aggiunge il coordinatore del Corso, il professore Marco Milone – la chirurgia robotica è l’ultima innovazione
tecnologica giunta nelle sale operatorie per migliorare la qualità del gesto chirurgico. Una piattaforma tecnologicamente avanzata
consente di miniaturizzare i movimenti della mano del chirurgo rendendoli sempre più precisi, sicuri ed efficaci. Il robot si prefigge di migliorare i risultati chirurgici
garantendo un precoce ritorno alle attività quotidiane e lavorative. Il campo di applicazione spazia dalla chirurgia radicale
delle neoplasie epato-bilio-pancreatiche, esofago-gastriche e colo-rettali, alla chirurgia conservativa per le patologie
funzionali dell’apparato digerente e alla chirurgia ricostruttiva della parete addominale”.
“Il chirurgo che si dedica alla chirurgia robotica – aggiunge il professore Marco Milone – si configura quindi come un
esperto di riferimento per il trattamento di numerose patologie e necessita quindi di competenze adeguate”.