La brama di Quirinale di Berlusconi coglie di sorpresa i suoi alleati e getta FI in pasto all’opa centrista.

12 Agosto 2022 - 14:56

La brama di Quirinale di Berlusconi coglie di sorpresa i suoi alleati e getta FI in pasto all’opa centrista.

Grande imbarazzo e irritazione per i leader del centrodestra dopo l’uscita fuori luogo del cavaliere Berlusconi sulle dimissioni di Mattarella in caso di passaggio del progetto presidenziali sta.

Una simile, sballata presa di posizione è il perfetto boomerang per una coalizione che veleggia nettamente in testa nei sondaggi. Così si rischia di dare (pensano Meloni e Salvini) l’idea degli sfasciacarrozze, proprio riguardo a una riforma che invece nelle enunciazioni sarebbe un elemento di stabilizzazione del sistema, e si dà un’arma di polemica diretta agli avversari in piena campagna elettorale, come si è visto subito col durissimo post del Pd. E la cosa peggiore – che fa inquietare soprattutto la leader di Fratelli d’Italia che si sente a un passo dal traguardo di Palazzo Chigi – è che l’uscita anti-Mattarella, goffamente poi smentita, restituisce l’immagine di un Berlusconi che antepone le proprie mai riposte ambizioni a una strategia collettiva, insinuando l’idea (che viene resa esplicita solo da Carlo Calenda, ma è balenata a molti) che come e più dello scorso gennaio, la brama tardiva del Cavaliere per il Quirinale sia la prova di un allontanamento e di una perdita di contatto dalla realtà. Con un rischio ulteriore che riguarda proprio Forza Italia: che l’idea di un Berlusconi fuori dalle righe (diciamo così) possa allarmare e allontanare una parte dell’elettorato moderato. Questo spiega perché sia stato proprio Calenda il più duro (“Non credo che Berlusconi sia più in sé”): è il terzo Polo che ha lanciato in qualche modo un’Offerta Pubblica sul mercato elettorale, già col segnale dell’approdo in Azione di nove parlamentari ex berlusconiani, capitanati dalle ministre Mariastella Gelmini e Mara Carfagna.