Tutti assolti. Di nuovo. È questa la decisione dei giudici della prima Corte d’Assise d’Appello di Roma, presieduta da Vincenzo Capozza, nel processo d’appello per l’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne scomparsa il primo giugno del 2001 da Arce, piccolo comune in provincia di Frosinone, e ritrovata cadavere due giorni dopo in località fonte Cupa a Fontana.
Dopo oltre 4 ore di camera di consiglio il presidente della Corte Vincenzo Capozza ha emesso il verdetto che scagiona per la seconda volta in due anni Franco, Anna Maria e Marco Mottola e i carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano.
Alla lettura della sentenza Franco Mottola e il figlio hanno abbracciato gli avvocati.
“Lo avete causato voi” questo incubo ha detto Marco Mottola, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se la sentenza fosse la fine di un incubo.
“Sono amareggiata, questa non è giustizia” ha detto invece la sorella di Serena Mollicone, Consuelo, commentando la sentenza.
L’accusa aveva chiesto la condanna a 24 anni per l’ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola (ex comandante della caserma di Arce), a 22 anni per sua moglie Annamaria, e a 21 anni per il figlio Marco.
Per il carabiniere Francesco Suprano sono stati chiesti 4 anni, dopo che ha rinunciato alla prescrizione perché, aveva detto il suo legale, “si aspetta un’assoluzione con formula piena”, e per il collega Vincenzo Quatrale è stata sollecitata l’assoluzione.
Nel corso del processo di primo grado, svoltosi due anni fa al tribunale di Cassino, gli imputati erano stati tutti assolti.
Serena Mollicone scompare da Arce, in provincia di Frosinone il 1 giugno del 2001. Ha 18 anni ed è una studentessa del liceo socio pedagogico di Sora. Il suo corpo viene ritrovato domenica 3 giugno 2001 a Fonte Cupa, in un bosco situato nel comune di Fontana Liri.
Il 6 febbraio del 2003 viene arrestato Carmine Belli, carrozziere di Rocca d’Arce, conoscente della famiglia Mollicone e accusato del delitto. Il processo in corte d’assise celebrato a Cassino nel 2004 scagiona completamente l’uomo.
E lo stesso succede in ‘appello e in Cassazione. Belli trascorre dunque 17 mesi in cella di isolamento da innocente. Dal 2004 al 2008 non ci sono elementi che consentano la riapertura dell’indagine sull’omicidio della Mollicone.
La svolta arriva l’11 aprile del 2008 quando si suicida il brigadiere Santino Tuzi, all’epoca dell’omicidio in servizio presso la caserma dei carabinieri di Arce.
Il sottufficiale pochi giorni prima di spararsi un colpo di pistola al petto racconta ai superiori e al magistrato dell’epoca di aver visto la ragazza entrare nella caserma dei carabinieri di Arce il primo giugno del 2001 e di non averla più vista uscire.
Nel 2011 a tre anni da questa ulteriore tragedia, la procura di Cassino chiede l’archiviazione delle cinque persone indagate per insufficienza di prove.
Si tratta del maresciallo Franco Mottola, ex comandante della caserma di Arce, del figlio Marco, della moglie Anna Maria e dei carabinieri in servizio all’epoca della scomparsa di Serena, Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano.
La famiglia Mollicone presenta opposizione alla richiesta di archiviazione e il gip del tribunale di Cassino Angelo Valerio Lanna accoglie questa istanza e rinvia gli atti alla procura chiedendo ulteriori approfondimenti.
Nel 2016 si dispone la riesumazione della salma della ragazza.
I risultati dell’autopsia vengono ritenuti clamorosi e sufficienti dalla procura per poter chiudere le indagini e chiedere il processo, A essere accusati di omicidio volontario e occultamento di cadavere sono l’ex maresciallo Mottola, la moglie e il figlio.
L’ex vicecomandante Vincenzo Quatrale è accusato di concorso esterno in omicidio e istigazione al suicidio nei confronti di Tuzi, l’appuntato dei carabinieri Francesco Suprano deve rispondere nel reato di favoreggiamento.
Il processo ha inizio il 19 marzo 2021 in corte d’assise di Cassino.
I pubblici ministeri Beatrice Siravo e Maria Carmen Fusco chiedono le condanne di tutti gli imputati: 30 anni per Franco Mottola, 24 per il figlio e 21 per la moglie. E poi 15 anni per Quatrale e 4 anni per Suprano. La tesi dell’accusa: “La famiglia Mottola è tutta coinvolta nell’omicidio di Serena Mollicone, così come la famiglia Ciontoli lo era nell’omicidio di Marco Vannini”: Ma Il processo di primo grado si conclude con l’assoluzione di tutti e cinque gli imputati per insufficienza di prove. Ora arriva anche il verdetto d’Appello.