Janira, uccisa dal fidanzato: «Aveva la testa sulle spalle… Poi quella lama conficcata nel cranio»

23 Novembre 2018 - 10:11

Janira, uccisa dal fidanzato: «Aveva la testa sulle spalle… Poi quella lama conficcata nel cranio»

Janira, uccisa dal fidanzato: «Aveva la testa sulle spalle… Poi quella lama conficcata nel cranio»

Janira D’Amato fu uccisa a 21 anni, il 7 aprile del 2017: è in corso il processo per l’omicidio, e alla sbarra c’è il fidanzato Alessio Alamia, che è accusato di averla massacrata con cinquanta coltellate. Oggi era il giorno della prima deposizione, in cui Alamia ha ricostruito i rapporti con lei e i giorni precedenti all’omicidio. «Era una ragazza stupenda, aveva la testa sulle spalle. Era bravissima e solare», ha dichiarato il giovane durante la deposizione in corte d’assise. «Non è vero che avevo fatto terra bruciata intorno a Janira», ha detto il 21enne di Pietra Ligure (Savona) imputato per omicidio volontario premeditato. «Non è vero che l’ho allontanata dal gruppo di amici, ma si è diviso poi per ragioni di lavoro e perché tutti hanno preso strade diverse», ha aggiunto l’imputato che ha anche precisato che era «normalmente geloso». 

“NON CONTROLLAVO IL MIO CORPO”

«Non so quante volte l’ho colpita. Potevo vedere e sentire, ma non controllare il mio corpo… è come se non stessi compiendo il reato, però l’ho fatto». Con voce ferma e apparentemente senza tradire emozioni, nel corso di una lunga deposizione durata oltre tre ore ha ricostruito i giorni precedenti all’assassinio e, soprattutto, quanto accaduto nell’appartamento in cui l’ha uccisa. Quel giorno, ha ricordato, l’aveva voluta incontrare per restituirle degli effetti personali dopo la fine della relazione: «Abbiamo litigato, mi ha tirato uno schiaffo. Quando mi ha paragonato a mia madre, dicendo che ero un fannullone e un delinquente, non ci ho visto più e ho perso il controllo». 

Alamia ha raccontato di aver estratto un coltello, minacciando dapprima di suicidarsi. Poi l’ha colpita una prima volta al collo. «È caduta all’indietro, mi ha chiesto di fermarmi. Vedevo e sentivo ma non controllavo il colpo. Mi sono ‘svegliato’ quando ho sentito la lama del coltello che si spezzava contro il cranio, mi sono ritrovato in una pozza di sangue mentre la chiamavo». 

Da lì il lungo racconto di quanto successo dopo, tra contraddizioni più volte sottolineate dal pm Elisa Milocco e momenti di tensione con i familiari di Janira: rispondendo alla domanda se avesse mai pensato prima di fare del male alla ragazza il giovane ha negato perché«quando amo una donna non la tocco». Una dichiarazione a lungo contestata dal pm: il giovane, infatti, nei giorni precedenti il delitto aveva cercato su internet «uccidere qualcuno» «come uccidere senza lasciare tracce». Alamia si è giustificato dapprima affermando di non ricordare il perché di quelle ricerche, quindi spiegando di avere propositi suicidi e infine di aver pensato di uccidere un rivale in amore. (Leggo)