Riceverà un Premio-Menzione Speciale per l’impegno sociale-a Capri, a Villa Lysis, il 30 Agosto, in occasione della seconda edizione del Premio Internazionale dedicato a Jacques d’Adelsward Fersen; parliamo di Ivano Esposito, ballerino, coreografo, Maestro Federale, con oltre 20 anni di esperienza nella formazione delle danze caraibiche, creatore della scuola di ballo Ivano Esposito Art Dance-

Dalla periferia nord di Napoli a un premio internazionale in Spagna,la tua storia è quella di un ragazzo cresciuto a Secondigliano, un esempio concreto di come la danza possa farsi voce, denuncia e impegno civile;
“la violenza è violenza, nei confronti delle donne e di tutte le persone e non si può restare in silenzio, il corpo parla per chi non ce la fa”-spiega Esposito. «Un corpo che danza può diventare un manifesto. La danza è arte, ma anche riscatto, coscienza, vita».

Come è nata l’idea del ballo contro la violenza?
“Il mio messaggio forte è nato da un’esperienza traumatica vissuta in prima persona; a Napoli ho assistito a una scena che mi ha segnato profondamente. Un uomo trascinava una donna fuori dall’auto, umiliandola davanti a tutti. Sono intervenuto con la mia fidanzata, mettendo in fuga quell’uomo, ma quello sguardo mi è rimasto dentro e da quel momento è nato il bisogno di trasformare quella rabbia in qualcosa di utile».
La tua scuola, la Ivano Esposito Art Dance, oggi rappresenta un punto di riferimento per tanti giovani del capoluogo campano; “qui insegno la tecnica, ma soprattutto il rispetto, l’ascolto, l’inclusione. Non voglio solo formare ballerini, ma educare persone consapevoli, capaci di credere in se stesse e affrontare il mondo a testa alta».
Cresciuto a “pane e jazz”, Ivano Esposito si è poi specializzato in balli caraibici e per lui la musica è un linguaggio emotivo e universale; “puoi cambiare stile, ma se ci metti l’anima, il messaggio arriva comunque”.
Quale è il tuo sogno?
“Partecipare come ospite a Ballando con le Stelle-Milly chiamami per favore!- per portare il mio messaggio a un pubblico più ampio, perchè la danza non è solo intrattenimento, ma cultura, identità, coscienza. Il mio messaggio di lotta alla violenza vale per tutti, non solo verso le donne; la danza può essere un motore per il cambiamento e anche uno strumento per smuovere traumi interiori, recuperare il rapporto con il proprio corpo, con la propria emotività e con gli altri”



