Italia/USA, 5 novembre 2020 – Il governo italiano grazie ai fondi previsti dal Recovery Found ha nominato un pool di esperti – scienziati e ricercatori – per elaborare un piano di recupero e riqualificazione dei tanti, tantissimi territori italiani inquinati. Il coordinatore di questo team è il prof. Antonio Giordano, oncologo, professore di Anatomia ed Istologia Patologica all’Università di Siena e direttore dello Sbarro Institute di Philadelphia, noto per il suo impegno in prima linea nella lotta ai veleni ambientali, e non solo. Approfondiremo la conoscenza del Professor Giordano attraverso l’intervista rilasciata a Retenew24 che ha spaziato da argomentazioni sulla presente epidemia pandemica, a progetti di riqualificazione ambientale, un rapido passaggio sulle elezioni americane, sistemi sanitari a confronto ma ciò che viene posta in luce è il grande spirito solidaristico rivolto all’universo femminile attraverso progetti per il reinserimento professionale delle donne vittime di violenza e molto altro ancora.
Gentilissimo Prof. Giordano, grazie per aver accettato questa intervista con Retenews24.
D- Grazie alla Sua professionalità abbiamo la possibilità di confrontarci sugli effetti dell’emergenza pandemica aprendoci a confronti internazionali. Sicuramente starà seguendo oltre oceano ciò che accade nel suo Paese d’origine, l’Italia e soprattutto in Campania.
R- I dati epidemiologici e sanitari parlano chiaro, la diffusione del virus SarS-CoV 2 non è finita. È recentissima la firma all’ordinanza del ministero della Salute: l’Italia è divisa in categorie, in colori, la cui intensità è direttamente proporzionale alla rigidità delle restrizioni. Lockdown in Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta mentre la Campania si colora di giallo. Soffermandoci sulla Campania, da più di un mese ci si trovava davanti ad una preoccupante impennata dei contagi, chiusasi ieri con circa 4000 contagi. Ma secondo gli esperti questa regione non sarebbe caratterizzata dai 21 punti di criticità tali da ritenere opportuno un lockdown mirato. Non entro assolutamente nel merito delle scelte fatte dal governo, che avrà, ha a disposizione tutti i dati per poter fare valutare singolarmente le varie situazioni regionali, il mio appello è sempre al praticare atteggiamenti responsabili per tutelare se stessi e gli altri, ma soprattutto, ritengo necessaria una urgente implementazione e rafforzamento delle strutture sanitarie campane. Forse, bisognava essere rigidi anche in estate, così come lo si è stati in inverno. In ogni caso andava organizzata meglio la gestione dei trasporti pubblici collegata all’aperture delle scuole e alla ripresa lavorativa, andava implementato il sistema di screening e monitoraggio e ovviamente rafforzato il sistema sanitario locale.
D- Quali differenze in termini di approccio al contrasto del Covid-19, tra i due Paesi, al netto del sistema sanitario totalmente differente.
R- Non riesco ad elencare delle differenze sostanziali. Stiamo parlando di una emergenza sanitaria globale che ha messo a dura prova e mandato in tilt qualsiasi organizzazione ospedaliera. Certamente la privatizzazione del sistema sanitario americano non garantisce cure, tamponi ed assistenza gratuitamente a qualsiasi cittadino, come in Italia. Ma dall’altro lato della medaglia garantisce sicuramente eccellenza. La privatizzazione del sistema sanitario degli Stati Uniti è sempre stata al centro di accesi dibattiti, in Italia l’assistenza sanitaria è garantita a tutti dal governo, quindi ciascun cittadino è tutelato ed ha il diritto e la possibilità di ricevere le cure adeguate ma un sistema privato ha come prerogativa l’eccellenza delle strutture sanitarie. Mentre in America continua lo spoglio delle schede elettorali, ricordo il punto di vista riguardo l’ObamaCAre dei due candidati: Il presidente Trump, sin dal primo giorno della sua presidenza, è stato contrario ed ha spinto per l’abrogazione o per un ribaltamento dell’ACA. Trump ha definito l’ACA un disastro, ed ha speso quattro anni in tentativi per indebolire e compromettere la legge, farà il possibile per ridurre i già limitati finanziamenti pubblici alla sanità. Al contrario, Biden spinge per ricostruire ed addirittura espandere l’ObamaCAre.
D- Anche in America i pazienti affetti da altre patologie che siano oncologiche e/o di altra natura, sono costretti a non potersi curare?
R- Io credo che in tutto il mondo, oggi ad avere gli ospedali colmi per emergenza covid, si aggiunge il fatto della paura. Paura sommata alla necessità di pagare le cure credo induca gli americani a rimandare qualche visita.
D Da ricercatore e quindi studioso investigatore delle dinamiche incidenti sulla natura del virus, quanta responsabilità è possibile addebitare alle condizioni socio-ambientali?
R- E’ un dato di fatto, ormai, che tantissime patologie croniche, multifattoriale hanno anche un fattore eziologico ambientale. Le stesse pandemie originano per un alterato equilibrio tra uomo e ambiente. Le condizioni socio-ambientali, come stili di vita, esposizione ad inquinanti, etc, hanno un ruolo rilevante nella genesi di patologie.
D- Ambiente circostante, ambiente confinato, inquinamento e disastri connessi alla cattiva gestione dei rifiuti soprattutto in Italia che stenta a recepire le direttive europee sulla tracciabilità e trasporto delle merci pericolose mediante figure di controllo e garanzia, perché tanta disattenzione? Appunto disattenzione o colpevole connivenza ed irresponsabilità verso le future generazioni?
R- Oggi sarebbe più semplice attuare interventi di prevenzione primaria, come correggere stili di vita alterati, fare lotta al tabagismo, alla gestione illecita dei rifiuti, ma la prevenzione primaria è anche altro, è evitare l’esposizione ad inquinanti e per far ciò è necessario controllare il territorio ed evitare gli illeciti e soprattutto effettuare azioni di bonifica. Nonostante le varie proposte e tentativi di tutela la terra dei fuochi è stata fino ad oggi abbandonata, spero ci sia una inversione di rotta e vengano risanate le carenze istituzionali spesso, assenti ed incapaci di proporre soluzioni. Infine è importante sottolineare che oggi la Campania rappresenta principalmente un modello di denuncia ma ormai molte zone di Italia sono “terre dei fuochi”. Io ho recentemente avuto un incarico al Ministero dell’Ambiente in collaborazione con il Ministero della Salute per implementare un vasto programma di Sanità pubblica ecologica, focalizzato sul monitoraggio dell’esposizione ad inquinanti ambientali con conseguenze dannose per la salute. Il progetto prevede non solo l’individuazione dei livelli di inquinanti, dal suolo all’essere umano, ma anche l’individuazione di biomarcatori e di nuove formule efficaci di prevenzione primaria e secondaria. I nostri studi porteranno alla individuazione e successiva necessaria bonifica dei siti inquinati e questo è già una prima ed importante forma di prevenzione primaria per i cittadini. Ma il progetto prevede anche una riorganizzazione delle strutture sanitarie in modo che siano in grado di fornire un tipo di assistenza migliore per tutta la popolazione. Infine, è importante sottolineare in questo momento che la tutela dell’ambiente è estremamente utile anche al fine di contrastare lo sviluppo di epidemie/pandemie. Tra le varie cause di insorgenza di queste ultime, c’è anche un alterato equilibrio tra uomo ed ambiente in cui vive.
D- In termini di ambienti confinati, la prima fase della pandemia ci ha restituito dati non proprio confortanti rispetto all’incidenza della violenza intrafamiliare. Conosciamo il Professor Giordano non solo come studioso ma anche come mecenate impegnato in importanti campagne di sensibilizzazione, prevenzione e contrasto della violenza maschile sulle donne, offrendo loro percorsi di reinserimento professionale per fuggire appunto dalla violenza, vuole parlarcene?
R- Da anni sono impegnato in numerosi progetti di supporto psicologico per le donne che vengono colpite da tumore al seno: uno di questi è “Pizza Girls”, dedicato alla pizza al femminile, nel quale, fra l’altro, è contemplata la “healthy pizza” (sempre creata da me). Questo ultimo, in collaborazione con la criminologa Formicola, nasce con l’obiettivo di inserire nel mondo del lavoro le donne vittime di violenza di genere poiché crediamo che le suddette donne vengano private della loro autostima e, pertanto, reinserirle in un contesto lavorativo è fondamentale per spronarle a recuperare la loro identità. Il progetto parte dalla Campania, con la finalità di essere esteso a tutto il territorio nazionale, infatti si sono messi a disposizione dell’iniziativa varie realtà imprenditoriali presenti sul territorio campano e non solo.