Israele ha deciso di tenere chiuso il valico di Rafah, impedendo l’ingresso di aiuti umanitari nella striscia di Gaza, fino a quando gli altri ostaggi nelle mani di Hamas non verranno liberati. L’accusa ad Hamas, infatti, è quella di non aver restituito ancora tutte le salme previste dallo scambio.
Secondo quanto disposto dalla prima parte del piano di pace promosso da Trump e, almeno nei primi punti, accettato sia da Israele che da Hamas, il valico di Rafah avrebbe dovuto essere aperto domani. Inoltre, come riportato dal Times of Israel, Israele ridurrà la quantità di aiuti che entrano a Gaza.
Gli ultimi 20 ostaggi israeliani sono stati rilasciati ieri in cambio di 1.968 detenuti palestinesi. Tuttavia, sono state restituite al momento solo 4 salme. Secondo la sicurezza Israeliana, in realtà Hamas conosce bene il luogo di sepoltura di altri 10 corpi, ma non li ha ancora rilasciati.
Secondo Hamas e la Croce Rossa, la mancata riconsegna delle salme dipende dalla difficoltà di localizzarle a causa dei pesanti bombardamenti da parte dell’aviazione israeliana.
«Solo quattro corpi sono tornati a casa. Solo quattro famiglie potranno portare i loro cari alla dignitosa sepoltura che meritano e iniziare a trovare una conclusione. Com’è possibile? Come possiamo accettare che gli altri rimangano indietro?» hanno scritto i membri del forum delle famiglie degli ostaggi israeliani in una lettera all’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medioriente Steve Witkoff.
Intanto, nella striscia di Gaza si continua a morire. Secondo AlJazeera, nelle ultime 48 ore a Gaza ci sarebbero stati circa 44 morti. Ora, la limitazione degli aiuti umanitari potrebbe aggravare la situazione di carestia più volte denunciata da diverse organizzazioni internazionali.
Fonti: Open, RaiNews, AlJazeera, TimesOfIsrael
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