Il fragile cessate il fuoco tra Israele e Hamas sembra vacillare ancora di più. Israele accusa Hamas di aver restituito un corpo che non corrisponderebbe a quello di alcun ostaggio.
Dei quattro corpi consegnati ieri, infatti, tre sono stati identificati mentre uno, per l’esercito israeliano, non corrisponderebbe ad alcun ostaggio catturato da Hamas nell’ottobre 2023.
Nella giornata di ieri, Israele aveva deciso di continuare a tenere chiuso il valico di Rafah, passaggio situato al sud della Striscia di Gaza e al confine con l’Egitto, come sanzione nei confronti di Hamas colpevole di non aver restituito ancora tutte le salme degli ostaggi morti. Hamas, tuttavia, aveva dichiarato che recuperare le salme non era affatto semplice a causa dei precedenti bombardamenti da parte dell’aviazione israeliana.
La chiusura del valico comporta ulteriori ritardi e difficoltà nell’ingresso di aiuti umanitari.
A tal proposito Fikr Shalltoot, direttore del Medical Aid for Palestinians (MAP), ha dichiarato alla BBC: “È francamente oltraggioso che gli aiuti umanitari salvavita e la vita dei palestinesi siano usati da Israele come merce di scambio nei negoziati, quando è loro obbligo ai sensi del diritto internazionale garantirne l’ingresso”.
In base all’accordo, in questa fase, circa 600 camion di aiuti dovrebbero entrare quotidianamente a Gaza. Molte fonti smentiscono che ciò stia accadendo.
Secondo quanto riportato da Al Jazeera, Hamas avrebbe restituito altri 4 corpi alla Croce Rossa così che possa consegnarli a Israele. Inoltre, gli attacchi dell’esercito israeliano a Gaza non sarebbero terminati, nonostante l’accordo.
Fonti: BBC, AlJazeera
Fonte immagine: Wikipedia, autore: Jaber Jehad Badwan
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