«Io mi salverò» Emma, 21 anni, cerca in laboratorio la cura alla sua malattia
In visita al Cern per una gita scolastica sono rimasta affascinata dallo studio di cose accadute a milioni di anni luce dalla Terra, ma mi sono resa conto che non sappiamo cosa c’è dentro di noi. Per questo ho deciso che volevo studiare l’infinitamente piccolo e capire come funziona il corpo umano».
La ricerca
Emma Della Libera è trevigiana e studia al Centro di Biologia Integrata di Trento. Ma oltre a un sorriso contagioso e a una grande determinazione, questa ragazza di 21 anni ha anche una malattia rara. «Ho avuto la diagnosi a 12 anni, grazie al professore di educazione fisica delle medie.
È stato lui ad accorgersi che quella che per anni era stata definita come «goffaggine» nascondeva un problema più grave», rivela. Il sospetto, le analisi, il test del Dna e infine la conferma: atassia di Friedreich, una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso e il controllo dei movimenti. Una malattia cosiddetta «orfana», perché nonostante interessi una persona ogni 20mila non esiste alcuna cura.
La malattia
«L’atassia di Friedreich è causata dal difetto di un singolo gene dei circa 22mila che compongono il Dna umano – chiarisce Alessandro Quattrone, direttore del Cibio -. Qualche mese fa nei nostri laboratori è stato messo a punto un importante strumento di correzione genomica. L’obiettivo è applicarlo alla cura degli esseri umani».
Mentre la ricerca fa passi avanti anche Emma ha deciso di agire in prima persona, rivolgendosi al Cibio per studiare la sua stessa malattia: «Ho sempre avuto una grande passione per le materie scientifiche e per il funzionamento del corpo umano. Il fatto che io sia malata è solo parte della motivazione. Prima di arrivare all’Università di Trento ho tentato il test d’ingresso a Padova e su 12mila candidati sono arrivata diciassettesima».
(IlCorriere)