«Io mi salverò» Emma, 21 anni, cerca in laboratorio la cura alla sua malattia

19 Dicembre 2019 - 11:09

«Io mi salverò» Emma, 21 anni, cerca in laboratorio la cura alla sua malattia

«Io mi salverò» Emma, 21 anni, cerca in laboratorio la cura alla sua malattia

In visita al Cern per una gita scolastica sono rimasta affascinata dallo studio di cose accadute a milioni di anni luce dalla Terra, ma mi sono resa conto che non sappiamo cosa c’è dentro di noi. Per questo ho deciso che volevo studiare l’infinitamente piccolo e capire come funziona il corpo umano».

La ricerca

Emma Della Libera è trevigiana e studia al Centro di Biologia Integrata di Trento. Ma oltre a un sorriso contagioso e a una grande determinazione, questa ragazza di 21 anni ha anche una malattia rara. «Ho avuto la diagnosi a 12 anni, grazie al professore di educazione fisica delle medie.

È stato lui ad accorgersi che quella che per anni era stata definita come «goffaggine» nascondeva un problema più grave», rivela. Il sospetto, le analisi, il test del Dna e infine la conferma: atassia di Friedreich, una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso e il controllo dei movimenti. Una malattia cosiddetta «orfana», perché nonostante interessi una persona ogni 20mila non esiste alcuna cura.

La malattia

«L’atassia di Friedreich è causata dal difetto di un singolo gene dei circa 22mila che compongono il Dna umano – chiarisce Alessandro Quattrone, direttore del Cibio -. Qualche mese fa nei nostri laboratori è stato messo a punto un importante strumento di correzione genomica. L’obiettivo è applicarlo alla cura degli esseri umani».

Mentre la ricerca fa passi avanti anche Emma ha deciso di agire in prima persona, rivolgendosi al Cibio per studiare la sua stessa malattia: «Ho sempre avuto una grande passione per le materie scientifiche e per il funzionamento del corpo umano. Il fatto che io sia malata è solo parte della motivazione. Prima di arrivare all’Università di Trento ho tentato il test d’ingresso a Padova e su 12mila candidati sono arrivata diciassettesima».

(IlCorriere)