Sette agenti della Questura di Milano, tutti in servizio alle volanti, sono finiti sotto inchiesta della Procura di Milano per falso in atto pubblico e perquisizione arbitraria: in due episodi avrebbero effettuato perquisizioni senza che ve ne fossero i presupposti e redatto verbali “gonfiati”.
Inseguimenti di pericolosi narcotrafficanti tra le strade di San Siro, arresti in flagranza per detenzione di armi in casa, “soffiate” e perquisizioni. Ma ciò che era stato riportato a verbale dagli agenti, per il procuratore di Milano Marcello Viola la pm Francesca Celle, sarebbe stato tutto falso, costruito ad arte per “fare carriera”. Così sette poliziotti della Questura di Milano, tutti in servizio alle volanti, sono finiti sotto inchiesta per falso in atto pubblico e perquisizione arbitraria: tutti sono stati trasferiti in altri città, o assegnati a mansioni diverse. E mentre due di loro hanno dichiarato di aver soltanto firmato gli atti, senza partecipare di fatto agli episodi contestati, gli altri cinque si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
L’indagine della Procura di Milano è scattata in seguito alla denuncia presentata da un uomo arrestato l’8 agosto dell’anno scorso a Quarto Oggiaro per detenzione illegale di un’arma, tecnicamente sorpreso dai poliziotti mentre stava entrando in cantina per nascondere la pistola. Non proprio, secondo quanto accertato dagli investigatori: in quel caso, infatti, il pericoloso revolver abusivo si rivelerà in realtà un’arma antica, priva di potenziale offensivo. L’arrestato, poi rilasciato il giorno seguente, racconterà agli agenti di essere stato svegliato in piena notte dagli agenti che bussavano con forza alla sua porta.
Fonte: fanpage