Influencer di giorno, narcotrafficante di notte: Miss Cracolandia arrestata

27 Luglio 2021 - 23:06

Influencer di giorno, narcotrafficante di notte: Miss Cracolandia arrestata

Influencer di giorno, narcotrafficante di notte: Miss Cracolandia arrestata in Brasile

La 19enne Lorraine Cutier Bauer Romeiro è stata catturata dalla polizia nel suo rifugio a Barueri: in casa aveva oltre 400 dosi di crack, cocaina, marijuana ed ecstasy

Una giovane influencer brasiliana, la 19enne Lorraine Cutier Bauer Romeiro, è stata arrestata dalla polizia di San Paolo con l’accusa di traffico di droga a Cracolandia, quartiere della megalopoli brasiliana noto per lo spaccio e l’alta densità di tossicodipendenti. La ragazza è stata catturata nella città di Barueri. Nella casa dove si rifugiava sono state trovate più di 400 dosi di crack, cocaina, marijuana ed ecstasy.

Bionda, alta e sexy, tanto da essere ribattezzata sui social “Gatinha da Cracolandia” (Miss Cracolandia), la giovane ha oltre 50mila follower sul suo profilo Instagram. Cresciuta in una famiglia benestante, secondo gli inquirenti Lorraine conduceva però una doppia vita: notissima influencer, di giorno interagiva con le migliaia di follower sui social. Durante la notte, però, avveniva la trasformazione: dopo aver indossato abiti larghi e una felpa con cappuccio per nascondere il volto, scendeva nelle strade di Cracolandia per gestire il traffico di droga del quartiere.

GLI INFLUENCER SONO UNA REALTÀ, INDIVIDUI CAPACI DI AVERE UN IMPATTO RILEVANTE A LI VELLO DI COMUNICAZIONE SUGLI UTENTI E, QUINDI, SUI BRAND. FIGURE CHE DIVENTANO RIFERIMENTO PER UN NETWORK E RIESCONO, GRAZIE A AUTOREVOLEZZA E FIDUCIA, A CONDIZIONARLO.

Negli ultimi anni la diffusione del termine influencer è stata rapida e inesorabile. Sono molte le occasioni che hanno visto

citare questa non sempre ben definita categoria. Il termine influencer è per questo diventato un cliché da spendere in ambito di comunicazione digitale. Proprio per questo è fondamentale fare chiarezza a partire dalla definizione stessa di influencer:

Individuals who have the power to affect purchase decisions of others because of their (real or perceived) authority,

knowledge, position, or relationship

Andando un passo oltre, gli influencer sono particolari utenti che sono in grado, grazie alla loro riconosciuta (o considerata tale)

competenza ed una notevole esposizione, di amplificare pareri, messaggi, opinioni, andando così ad influenzare gli utenti. Una capacità che è diretta emanazione della loro reputazione (conoscenza + autorevolezza + posizione + capacità relazionali) che sono riusciti a costruirsi (grazie a un coretto (personal branding) e che spinge la gente a fidarsi di lui. È così che diventano un punto di riferimento da cui attingere considerazioni attendibili e veritiere.

Pareri attendibili e di cui fidarsi, provenienti da figure autorevoli e non da quei brand di cui è sempre più difficile fidarsi. Gli utenti sono sempre più informati e attivi, pronti a cercare pareri attendibili prima di acquistare prodotti o servizi (lo zero moment of truth), diventando così parte attiva del processo informativo cercando, condividendo, amplificando.

L’influencer diventa così il mezzo, il medium, attraverso cui avviene questo. Un ruolo primario che fino a pochi anni fa spettante esclusivamente all’azienda, ma che adesso si adatta perfettamente a questi particolari utenti. Dice a proposito Kyle Wong, CEO

di Pixlee ed esperto di user generated content:

“I social media hanno cambiato radicalmente i rapporti di forza tra i consumatori e i brand, perché consentono le raccomandazioni da parte dei clienti, svolgendo un ruolo fondamentale nel maturare la decisione d’acquisto.”

È proprio grazie ai social che il termine influencer acquisisce infatti un valore concreto e comunicativamente performante,

evitando di ridursi al solo sinonimo di vip o celebrità. Non è una questione di notorietà, ma di generare trust e di incentivare all’azione.

influencer marketing - casi studio

OGNUNO DI NOI È UN INFLUENCER: I MICRO-INFLUENCER O INFLUSER

Seppur la maggior parte della gente pensi ai top blogger o i blog, la verità è spesso diversa. Nella nostra seppur modesta

rete sociale, siamo tutti capaci di generare influenza e diventare riferimento. Amici, familiari, conoscenti,

persone che si fidano di noi e di cui spesso riusciamo a modificare opinioni ed intenzioni. Un ristorante, la nuova macchina,

un cellulare: temi su cui cerchiamo conferme credibili.

I social network hanno la facoltà di aumentare nettamente tutto ciò, permettendoci di andare oltre i cosiddetti legami forti

(parenti e amici). Uscire al di fuori di questi permette di aver accesso ad informazioni e conoscenze nuove. I Social rendono

più forti questi legami, permettendo loro di sopravvivere e rendendoli sempre più cruciali.

La rivincita dei micro-influencer, consumatori “evoluti”, informati, attenti alle novità e pronti a condividerle nella propria

cerchia di contatti. Influencer dall’audience minima ma dal fortissimo grado di credibilità, capaci, grazie alle loro caratteristiche

comuni, di generare trust e far sentire gli altri affini a loro.

Una forza testimoniata anche da una ricerca di Edelman che dimostra come siano le persone a noi vicine quelle più credibili.

Ben più lontani i vip e le figure più esposte.

micro-influencer credibilità

Un elemento che riveste particolare valore, soprattutto per le aziende. Ancora Kyle Wong:

“In passato, i marchi si sono concentrati su blogger popolari e celebrità, ma oggi c’è una nuova ondata di “comunicatori”, che possono avere altrettanto grande impatto.”

In poche parole, l’ampia esposizione resta per un influencer una qualità primaria, ma non è mai consigliabile ridurvi tutto. Non si vive di soli follower.

INFLUENCER, UNA QUESTIONE NON SOLO DI AUDIENCE

Diventare influencer non significa solo avere molti follower. So che spezzerò qualche cuore, ma così non è. Seppur fondamentale la dimensione quantitativa non può bastare per ottenere risultati. Il fattore qualitativo, visto che parliamo di network e relazione, ha un valore rilevante.

Secondo il noto marketer Brian Solis nel suo Rise of digital influence sono 3 i pilastri che segnano e determinano l’influenza di una persona.

Il primo pilastro è la Reach (portata), in grado di definire, in base alle relazioni che formano il social graph, quanto un’informazione può diffondersi. Un pilastro che trova fondamento in 3 elementi:

  • Popolarità: l’essere ammirato o supportato da molte persone.
  • Prossimità: La posizione del soggetto
  • Gratitudine: la capacità di relazionarsi correttamente nella comunità aumenta il gradimento e la probabilità di attuare collaborazione.

Il secondo pilastro è invece la Relevance (pertinenza), ciò che tiene uniti gruppi e communities. Gli utenti si radunano intorno a temi comuni e su questi creano relazioni. Anche la relevance si fonda su 3 principi di base:

  • Autorità: è uno status che si basa sulla riconosciuta competenza o specializzazione di una persona. Ne viene rivestito chi, grazie alle proprie capacità, ottiene rispetto e considerazione.
  • Fiducia: è su questa che di instaurano le relazioni più significative. La ferma convinzione che rende una persona affidabilità e vera. La fiducia è uno degli elementi più complessi da misurare.
  • Affinità: uno spontaneo attaccamento verso qualcuno o qualcosa. Passioni o competenze comuni, back ground simili ci portano a creare relazioni più salde nelle community

Il terzo pilastro infine è la Resonance (Risonanza), ovvero la misura della durata, del tasso e del livello di engament di un argomento. A condizionare la resonance sono:

  • Frequenza: la percentuale con cui un argomento o persona appare negli stream social. Varia a seconda del tema e soprattutto in base al media scelto. Per esempio in Facebook è condizionata da un algoritmo, l’edgerank, e dai suoi mutamenti
  • Periodo: il periodo di “vita” di un contenuto, cioè il tempo in cui resta visibile.
  • Ampiezza: il tasso di engagement in rete.

Se Reach e Resonance sono elementi comuni alla comunicazione più “classica”, la relevance rappresenta un elemento rivoluzionario.

Essere ritenuti rilevanti significa essere utili grazie a competenza e know how, coinvolgendo i target di riferimento in relazioni capaci di creare valore.

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