Indi Gregory, iniziano a staccare le prime macchine

12 Novembre 2023 - 11:27

Indi Gregory, iniziano a staccare le prime macchine

Indi Gregory è una bambina inglese di 8 mesi. Ha una malattia incurabile che colpisce le sue cellule. I medici del Queen’s Medical Centre di Nottingham hanno deciso di staccare i dispositivi che la tenevano in vita. Così hanno eseguito l’ordine dei giudici britannici, scortati dalla polizia.

I genitori di Indi, Dean Gregory e Claire Staniforth, si sono opposti fino alla fine. Hanno chiesto di prolungare l’assistenza alla loro figlia. Hanno sperato di trasferirla all’ospedale Bambino Gesù in Italia. Ma non hanno avuto ascolto. Per i medici e i giudici inglesi, la soluzione meno crudele e dolorosa era lasciare morire Indi.

Ora la bambina respira con una mascherina. Riceve farmaci palliativi per non soffrire. Il suo cuore potrebbe fermarsi da un momento all’altro. Potrebbero volerci poche ore o alcuni giorni. L’avvocato Simone Pillon, che ha difeso la famiglia Gregory, ha dato la notizia su Twitter.

La vicenda ha sollevato polemiche, dubbi etici e accuse incrociate tra Italia e Regno Unito. In Italia, molti attivisti, avvocati e associazioni pro life cristiane hanno sostenuto la battaglia dei genitori di Indi. Hanno invocato il rispetto della vita e della dignità della bambina.

Anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è impegnata personalmente. Ha fatto concedere la cittadinanza italiana a Indi in pochissimo tempo, provando a convincere il ministro della Giustizia britannico, Alex Chalk, a cedere la giurisdizione sul caso all’Italia, facendo riferimento alla Convenzione dell’Aia del 1996 sulla cooperazione giudiziaria internazionale.

Ma la Corte d’Appello di Londra ha respinto ogni tentativo. Ha definito la “tattica legale” dei Gregory come frutto di “una manipolazione” degli attivisti pro life. Ha criticato “l’intervento delle autorità italiane” come “un fraintendimento totale dello spirito della Convenzione dell’Aia”.

fonte:fanpage

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