I legali di una donna 52enne, titolare di una tabaccheria di Alba (Cuneo), hanno reso noto che, il Tribunale civile di Asti ha riconosciuto con sentenza di primo grado “il nesso di causa” tra la vaccinazione
anti-Covid e un grave danno neurologico. La donna dopo la somministrazione del vaccino ha serie difficoltà di deambulazione. Il ministero della Salute in un primo momento aveva respinto la domanda di indennizzo, ma è stato condannato al
riconoscimento del legame. Il Tribunale aveva nominato due consulenti tecnici, che hanno invece dato ragione alla donna. L’indennizzo (non si tratta di un risarcimento, ndr) è di circa tremila euro
al mese, con versamento bimestrale. A differenza del risarcimento, che presuppone una responsabilità o un danno ingiusto, l’indennizzo è una forma di compensazione economica stabilita per legge o da un
contratto. Non implica necessariamente una colpa da parte del soggetto obbligato al pagamento. La donna è affetta da mielite trasversa dopo la somministrazione del vaccino Comirnaty, prodotto da Pfizer-
Biontech. Oggi non può più camminare e aveva iniziato ad accusare i primi sintomi dopo avere ricevuto due dosi del vaccino. Era stata ricoverata all’ospedale di Orbassano (Torino) per una “sospetta
mielite di natura infiammatoria”. Nella lettera di dimissioni il medico aveva scritto: “Non è escludibile un ruolo scatenante vaccinico”. Da lì era partita la richiesta di indennizzo, che aveva portato al
contraddittorio con il ministero della Salute e l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), rappresentati dall’Avvocatura dello Stato. Secondo il database dell’Aifa, ci sono 593 casi di mielite trasversa registrati dopo la
vaccinazione, di cui 280 associati ai vaccini a mRna. “Sono stati individuati casi isolati come la sclerosi multipla e la neuromielite ottica”. Fonte Tgcom24.